CIS

Dall’Ageismo all’Age Pride – manifesto per una sessualità consapevole, sana e libera da pregiudizi e stereotipi

Malvina Monti

Professional Counsellor SIAB

Dall’Ageismo all’Age Pride – manifesto per una sessualità consapevole, sana e libera da pregiudizi e stereotipi

Con il termine Ageismo intendiamo la discriminazione, il pregiudizio e la marginalizzazione basati sull’età: si manifesta attraverso stereotipi, pregiudizi e atteggiamenti negativi e discriminatori nei confronti di individui o gruppi a causa della loro fascia d’età.

In questo contesto parliamo dello stigma che spesso colpisce persone adulte e che può influenzare vari aspetti della vita: lavorativa, sociale, relazionale, sessuale, della salute fisica e psicologica.

L’Ageismo può manifestarsi a più livelli: istituzionale, interpersonale e autodiretto.

Con Ageismo istituzionale ci riferiamo al modo in cui leggi, ruoli, norme sociali e politiche limitano opportunità e producono svantaggi per gli individui a causa della loro età; nel lavoro i cv di persone con più di 50/55 anni vengono spesso scartati a priori.

Per Ageismo interpersonale intendiamo tutte quelle manifestazioni rilevate nell’interazione tra due o più individui che potrebbero sembrare o essere scambiati per complimenti e apprezzamenti tipo “sei così giovanile”, ma sono invece il sintomo, la manifestazione nel linguaggio e nel pensiero di un pregiudizio.

L’Ageismo autodiretto si manifesta quando é interiorizzato e diretto contro di sé, abbassa l’autostima e il senso del valore di sé: credere di “non avere più l’età” per fare determinate scelte, attività, avere relazioni, avere desideri sessuali, masturbarsi.

L’ageismo colpisce tutti. Già dai quattro anni i bambini acquisiscono comportamenti stereotipati legati all’età della loro cultura di appartenenza. Da quell’età in poi interiorizzano e utilizzano questi stereotipi per guidare i loro sentimenti e comportamenti verso le persone.

L’ageismo inoltre interseca ed esacerba altre forme di svantaggio, comprese quelle legate al sesso, alla razza e alla disabilità.

In Italia un individuo su quattro ha almeno 65 anni. L’età della popolazione e l’allungamento dell’aspettativa di vita hanno fortemente condizionato il modello dell’invecchiamento e la rappresentazione proposta dai mass media con un conseguente riflesso nella società che abitiamo.

La vecchiaia è tendenzialmente dipinta come una condizione di inesorabile declino fisico e cognitivo, di fragilità, di peso economico e sociale, di tristezza, isolamento e di asessualità.

Se da un lato l’invecchiamento di successo previsto dalla società occidentale vorrebbe una persona dinamica, integrata, fisicamente in salute che si prende cura di sé e delle proprie relazioni, in realtà la rappresentazione stereotipata, una volta terminata la vita lavorativa per gli uomini e produttiva e riproduttiva per le donne, l’unico ruolo “ammesso” é quello del nonno che si prende cura dei nipotini.

Qual è la rappresentazione nei media? Creme antietà, assorbenti per incontinenza, farmaci per problemi alla prostata, apparecchi acustici, fissanti per dentiere.

E di fronte a una narrazione diversa, ci siamo commossi allo spot tv di tre signore che ritornano bambine quando una di loro acquista per sé e per le altre caschetti e cuscini per condividere la gioia di una discesa in bob su una collina innevata?

Ma è possibile che gli adulti, oltre una certa età, siano solo considerati come categoria di consumatori?

Termina ed è messo a tacere, silenziato, il desiderio, oscurata la possibilità di intimità o di una vita sessuale. Ciò che diverge dal modello culturalmente imposto viene visto e percepito da alcuni come fuori luogo o fuori tempo, producendo atteggiamenti gerontofobici con diverse accezioni e conseguenze per il maschile, il femminile e per tutto il mondo LGBTQ+.

L’assenza di rappresentazione, o una sotto rappresentazione, di alcuni gruppi di persone, riflette una differente distribuzione di potere nella società e corrisponde a una cancellazione e un annientamento simbolico di quel gruppo e dei suoi desideri.

Il Global Report on Ageism pubblicato dall’ OMS nel 2021 riporta che le persone anziane spesso interiorizzano gli stereotipi e i miti legati all’età riguardo alla sessualità, sono riluttanti ad esprimersi e spesso esitano a discutere di questioni sessuali con i loro medici per paura di essere disapprovati.

Le rappresentazioni ageiste della sessualità in età avanzata, gli atteggiamenti degli operatori sanitari e degli stessi anziani impediscono la libera e piena espressione della sessualità provocando in alcuni un ritiro dell’investimento libidico e stati depressivi.

La sessualità ha una data di scadenza? Il sesso può essere il dominio della carne soda e della performance? La soddisfazione della vita sessuale è “solo” la durata dell’erezione, del sesso con introduzione e del numero di orgasmi?

La definizione di salute sessuale data dall’OMS ci riporta al centro: “…è uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale legato alla sessualità; non riducibile all’assenza di malattia, disfunzione o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizioni, discriminazioni e violenza. Per far sì che la salute sessuale venga raggiunta e mantenuta, i diritti sessuali di ognuno devono essere rispettati, protetti e soddisfatti.”

Se affermiamo che il modo in cui ognuno di noi vive la propria sessualità è il risultato di una costruzione sociale e culturale abbiamo quindi necessità di adottare un approccio diverso e positivo riguardo alla sessualità.

L’OMS promuove una campagna globale, una chiamata all’azione contro l’Ageismo #AWorld4AllAges, e ad oggi in molti paesi sono nati progetti e campagne a contrasto.

A partire dallle raccomandazioni del Global Report on Ageism é fondamentale e necessario promuovere e sostenere politiche, progetti di divulgazione, studi, un’educazione sessuale per tutte le età, studiare una formazione per i medici e gli/le operatori/trici, ma anche delle comunità di individui che promuovano un approccio e un modello culturale attento, empatico, rispettoso, non escludente riguardo alla consapevolezza e alla sessualità e salute sessuale di tutte e tutti.

Bibliografia:

AA.VV., (2021), La sessualità nella tarda età – Rivista di sessuologia, Scione Editore Roma

AA.VV., (2021), Global Report on Ageism, World Health Organization

Cuter, E. (2020), Ripartire dal desiderio, Edizioni Minimum Fax

Ravera, L., (2023), Age Pride – Per liberarci dai pregiudizi sull’età, Einaudi

Rifelli, G., (2007) Psicologia e psicopatologia della sessualità, Scione Editore Roma

Rogers, Carl R., (2012), Un modo di essere, Giunti Editore