Celeste Bittoni
Dottoressa in Neuroscienze Cognitive e Neuropsicologia Clinica
“Sei venuta?” e altre domande cruciali sull’orgasmo femminile
Negli uomini, l’orgasmo è (quasi sempre) denotato da un segnale unico, chiaro e universale: l’eiaculazione. Al contrario, nelle donne non sembra esistere un segnale oggettivo altrettanto chiaro associato all’orgasmo. Da qui, la fatidica domanda che coloro che fanno sesso con donne si ritrovano spesso a porre alla partner durante un rapporto: ma sei venuta?.
Nella vita di tutti i giorni questa si pone forse come la più comune domanda posta alle donne (o, più in generale, alle persone con vulva) in relazione ai loro orgasmi. In ambito scientifico invece, l’orgasmo femminile ha fatto emergere una serie di altre, semplici domande, che tutt’oggi dividono la comunità scientifica e complicano ulteriormente lo studio della sessualità femminile. Vediamone alcune.
“Perché esiste l’orgasmo femminile?” si sono chiesti gli evoluzionisti, che hanno dunque iniziato a speculare riguardo la funzione dell’orgasmo femminile. Alcuni hanno proposto che l’orgasmo femminile, e in particolare le contrazioni genito-pelviche che lo accompagnano, faciliti la risalita dello sperma verso l’utero, favorendo dunque la fecondazione dell’ovulo1,4. Altri invece, sostengono che si tratti di un meccanismo che favorisce la scelta di un compagno a lungo termine, e che quindi aiuti ad operare una selezione del partner in base alla sua “fitness genetica”7. Altri ancora sostengono che si tratti semplicemente di un sottoprodotto ontogenetico dell’orgasmo maschile (in altre parole, l’orgasmo femminile sarebbe una conseguenza del fatto che i genitali maschili e quelli femminili provengono dalle stesse strutture embrionali7).
“Ma siamo sicuri che non esista un segnale dell’orgasmo femminile?” si sono invece chiesti scienziati e scienziate. Master e Johnson negli anni ’60 riportano tra le loro osservazioni la presenza di 3-15 contrazioni ritmiche del terzo esterno della vagina (la zona più vicina all’ostio vaginale) durante l’orgasmo. Tuttavia, presto risulta chiaro che questa risposta muscolare involontaria non è così coerente – né tra diverse donne, nè per diversi orgasmi esperiti dalla stessa donna. Negli anni ’80, Bohlen e colleghi usano delle sonde, anali e vaginali, per valutare quantitativamente la presenza di tali contrazioni. Dal loro studio, svolto su campione di sole 11 donne, si evince l’esistenza di almeno tre diversi pattern di contrazioni dei muscoli pelvici che accompagnano l’orgasmo. Infatti, mentre per alcune donne (pattern 1) una breve serie di contrazioni ravvicinate risultava perfettamente correlata all’orgasmo, per le altre (pattern 2 e 4; vedi Figura 1) l’esperienza soggettiva di piacere legata all’orgasmo, non risultava così chiaramente associata al segnale riportato dalle sonde3.
“Come possiamo descrivere l’orgasmo femminile?”. Questa è l’ultima e fondamentale domanda alla quale, dopo aver fatto varie considerazioni e speculazioni, ci rendiamo conto di dover sempre tornare. Nonostante varie definizioni siano state proposte, la maggior parte di queste si focalizza sulle contrazioni genito-pelviche sopra discusse (vedi Sayn, 2012, per una discussione completa sul tema). Per esempio, nel 1982 Rubens propone che l’orgasmo femminile possa essere concettualizzato come “un riflesso involontario accompagnato da contrazioni dell’utero e della vagina”. Bancroft, nel 1989, vi aggiunge altri aspetti fisiologici: “Un complesso di esperienze legate a cambiamenti a livello genitale, nel tono muscolare/movimenti semi-volontari, e a livello cardiovascolare e respiratorio”. Nonostante vari aspetti relativi al corpo siano coinvolti, i ricercatori del 900, continuano a dimenticarsi di un aspetto fondamentale: cosa succede nella mente di una donna durante l’orgasmo? Cosa sente?
Finalmente, Meston e colleghi nel 2004 propongono una definizione più completa, descrivendo l’orgasmo femminile come “caratterizzato da un transiente e variabile picco di sensazioni di intenso piacere, che crea uno stato di coscienza alterato, solitamente accompagnato da contrazioni della muscolatura pelvica circumvaginale striata, spesso con concomitanti contrazioni uterine e anali e miotonia che si risolve (rilascia l’accumulo di) una vasocongestione indotta dalla stimolazione sessuale (a volte solo in parte), solitamente inducendo così una sensazione di benessere e appagamento.” Finalmente, troviamo fattori quali “stato di coscienza alterato”, “benessere”, “appagamento”. Finalmente, il piacere come stato psicologico viene portato sul palco, e la mente unita al corpo.
Ma come si può studiare il “piacere”? Ad oggi, sembriamo essere ancora lontani dall’avere un marker obiettivo, magari neurale, di un qualsiasi tipo piacere – che sia fisico o mentale.
Questo breve e semplificativo excursus storico di come la scienza abbia guardato all’orgasmo femminile, dimostra una situazione attuale con scarse ancore teoriche e scientifiche su cosa sia e come possa essere misurato l’orgasmo femminile. Al tempo stesso, suggerisce che l’area della risposta sessuale femminile, e i meccanismi fisiologici (per non parlare di quelli neurali) alla base dell’orgasmo, rappresenti un terreno ancora poco esplorato, ricco di importanti domande di base da indagare e in grado di offrire scoperte rivoluzionarie.
Figura 1, modificata da Bohlen et al., 1982. Contrazioni orgasmiche rappresentanti i tipi 1, 2 e 4. I triangoli neri indicano la durata (inizio e fine) soggettiva dell’orgasmo.
BIBLIOGRAFIA:
[1] Baker, R. R., & Bellis, M. A. (1993). Human sperm competition: ejaculate manipulation by females and a function for the female orgasm. Animal Behaviour, 46(5), 887–909. https://doi.org/10.1006/anbe.1993.1272
[2] Bancroft J. Human sexuality and its problems. New York: Churchill Livingstone, 1989.
[3] Bohlen, J. G., Held, J. P., Sanderson, M. O., & Ahlgren, A. (1982). The female orgasm: Pelvic contractions. Archives of Sexual Behavior, 11(5), 367–386. https://doi.org/10.1007/bf01541570
[4] Levin, R. J. (2011). The human female orgasm: a critical evaluation of its proposed reproductive functions. Sexual and Relationship Therapy, 26(4), 301–314. https://doi.org/10.1080/14681994.2011.649692
[5] Masters, W.H., & Johnson, V. E. (1966). Human sexual response. Little, Brown.
[6] Meston, C. M., Hull, E., Levin, R. J., & Sipski, M. (2004). Disorders of Orgasm in Women. The Journal of Sexual Medicine, 1(1), 66–68. https://doi.org/10.1111/j.1743-6109.2004.10110.x
[7] Puts, D. A., Dawood, K., & Welling, L. L. M. (2012). Why Women Have Orgasms: An Evolutionary Analysis. Archives of Sexual Behavior, 41(5), 1127–1143. https://doi.org/10.1007/s10508-012-9967-x
[8] Reubens, J. R. (1982). The Physiology of Normal Sexual Response in Females. Journal of Psychoactive Drugs, 14(1–2), 45–46. https://doi.org/10.1080/02791072.1982.10471908
[9] Sayin, U. (2012). Doors of Female Orgasmic Consciousness: New Theories on the Peak Experience and Mechanisms of Female Orgasm and Expanded Sexual Response. NeuroQuantology, 10(4). https://doi.org/10.14704/nq.2012.10.4.627
Cristina Audino
Psicologa
Orgasm Gap
La sessualità è un aspetto centrale della vita di molti individui e comprenderne il funzionamento in uomini e donne è di interesse per diversi studiosi. Un aspetto importante su cui soffermarsi è il piacere provocato e ricevuto durante l’intimità con un’altra persona. L’orgasmo viene considerato come picco massimo di piacere e qualora questo sia l’obiettivo del rapporto sessuale si evincono alcune differenze tra uomini e donne ma soprattutto emerge l’influenza di diversi fattori nella frequenza con cui si fa esperienza dell’orgasmo.
L’orgasmo è una delle fasi che caratterizzano la risposta sessuale fisiologica del soggetto ed è caratterizzato da contrazioni muscolari dell’area genitale che generano un rilascio della tensione sessuale e l’esperienza di sensazioni piacevoli, che risultano essere estremamente soggettive (Master e Johnson, 1966). Master e Johnson, nel loro studio riportano diversi modelli in cui sottolineano la variabilità tra individui dello stesso sesso e indicano una differenza sostanziale tra la risposta femminile e maschile. Questa diversità può essere influenzata dalla tipologia e dall’intensità di stimolazione che portano all’orgasmo. Infatti, non sempre, per le donne, una stimolazione appropriata porta all’orgasmo e molte donne che non lo sperimentano riportano di provare sentimenti negativi, come, ad esempio, inadeguatezza e fallimento (Wade et al., 2005). Inoltre, la capacità percepita dalla donna di raggiungere l’orgasmo è un prerequisito per sentirsi complessivamente soddisfatta (Fugl-Meyer et al, 2006).
In letteratura la discrepanza dell’esperienza dell’orgasmo tra uomini e donne prende il nome di “orgasm gap”. Frederick e colleghi (2017), hanno condotto uno studio in cui emerge che tale discrepanza dipende anche dall’orientamento sessuale. Nel loro studio riportano che il 95% degli uomini eterosessuali, 89% degli uomini gay, l’88% degli uomini bisessuali, l’86% di donne lesbiche, il 66% di donne bisessuali e infine il 65% di donne eterosessuali hanno dichiarato di raggiungere sempre l’orgasmo. In sintesi, gli uomini eterosessuali hanno riferito di avere orgasmi più frequenti rispetto alle donne lesbiche che a loro volta riferiscono di raggiungere l’orgasmo più frequentemente delle donne eterosessuali. Le donne che hanno raggiunto l’orgasmo più frequentemente riportano di aver ricevuto più sesso orale, di aver fatto sesso per più tempo e di essere soddisfatte dal punto di vista relazionale. Oltre a questo, riportano anche di chiedere più liberamente ciò che desiderano nel rapporto sessuale, di apprezzare il/la partner per qualcosa che ha fatto a letto, di fare sexting con il/la partner, di indossare lingerie sexy, di provare nuove posizioni sessuali, di stimolare la zona anale, di parlare o mettere in pratica fantasie sessuali e di impegnarsi in discorsi sexy ed espressioni di amore durante il sesso. Un altro aspetto importante è valutare l’impatto dei fattori socioculturali. È possibile che lo stigma contro la libera espressione del proprio desiderio sessuale da parte delle donne e la pressione per il ruolo attivo che devono assumere gli uomini durante il rapporto sessuale porti le coppie eterosessuali a mettere in atto meno comportamenti sessuali che hanno maggiore probabilità di suscitare l’orgasmo nelle donne. Inoltre, questo stigma può far si che le donne esplorino meno la propria sessualità, conoscano meno il loro corpo e che non sappiamo che cosa le porta all’orgasmo e che abbiano una maggiore difficoltà ad esprimere le proprie preferenze sessuali (Frederick et al., 2017). Lo stigma nei confronti del piacere femminile ha portato a far si che alcune persone diano più importanza all’orgasmo maschile rispetto che a quello femminile (Fahs e Frank, 2014), anche se per molti uomini la soddisfazione deriva anche dall’orgasmo di cui fa esperienza la partner. Nelle coppie lesbiche è possibile che ci sia uno stigma minore e che siano più capaci di capire meglio quale sensazione deriva dai diversi comportamenti e come queste sensazioni portino all’orgasmo. Inoltre, le donne lesbiche praticano più sesso orale, mettono in atto maggiore varietà sessuale e comunicazione, ponendo meno attenzione al sesso vaginale per il raggiungimento dell’orgasmo. Infine, è anche possibile che dentro al rapporto le donne lesbiche adottino norme sessuali per l’equità nel raggiungimento dell’orgasmo e che sia compresa la cultura del “turno” in cui sono più propense a generare e ricevere piacere a turno finché non c’è l’orgasmo (Frederick et al., 2017).
Questo ragionamento porta a pensare che l’assenza dell’esperienza orgasmica non sia associata a fattori organici e che donne eterosessuali possano fare esperienza di orgasmi più frequentemente. Riducendo i fattori socioculturali che possono impattare e incoraggiando uomini e donne ad assumere comportamenti sessuali più vari è possibile che ci sia un incremento della frequenza degli orgasmi in donne eterosessuali e quindi una maggiore soddisfazione, laddove ovviamente l’orgasmo sia il risultato desiderato.
Bibliografia:
Fahs, B., & Frank, E. (2014). Notes from the back room: Gender, power, and (in)visibility in women’s experiences of masturbation. Journal of Sex Research, 51, 241–252. doi:10.1080/00224499.2012.745474
Frederick DA, John HKS, Garcia JR, Lloyd EA. Differences in Orgasm Frequency Among Gay, Lesbian, Bisexual, and Heterosexual Men and Women in a U.S. National Sample. Arch Sex Behav. 2018 Jan;47(1):273-288. doi: 10.1007/s10508-017-0939-z. Epub 2017 Feb 17. PMID: 28213723
Fugl-Meyer, K.S., Oberg, K., Lundberg, P.O., Lewin, B., & Fugl-Meyer, A. (2006). Onorgasm, sexual techniques and erotic perceptions in 18- to 74-year-old Swedish women. Journal of Sexual Medicine, 3, 56–68. doi: 10.1111/j.1743-6109.2005.00170.x
Masters, W., & Johnson, V. (1966). Human sexual response. Boston: Little, Brown & Co.
Wade, L.D., Kremer, E.C., & Brown, J. (2005). The incidental orgasm: The presence of clitoral knowledge and the absence of orgasm for women. Women Health, 42, 117–138. doi: 10.1300/J013v42n01_07