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Una finestra sul piacere e sulla sua assenza.

Ilaria Cocci

Psicologa

Una finestra sul piacere e sulla sua assenza.

Il piacere è un’esperienza universale, una condizione di benessere che coinvolge corpo, mente ed emozioni. Tuttavia, per quanto sia un elemento essenziale nella vita umana, non sempre è accessibile o vissuto in modo pieno. La sua assenza può avere un impatto profondo sull’equilibrio psicologico e relazionale delle persone. Questo elaborato si propone di esplorare il concetto di piacere e la sua mancanza, delineando le implicazioni psicologiche e sessuologiche, e offrendo indicazioni terapeutiche per favorire una riconnessione con questa fondamentale dimensione dell’esistenza.

Il Piacere cos’è.

In psicologia, il piacere è definito come una risposta positiva a stimoli che soddisfano bisogni fisici, emotivi o psicologici. È strettamente legato ai sistemi di ricompensa cerebrali, in particolare alla produzione di neurotrasmettitori come la dopamina, che favoriscono sensazioni di gratificazione e motivazione.

Il piacere non è solo fisico o sessuale, ma comprende esperienze sensoriali, emotive, relazionali e spirituali. Si manifesta nel cibo, nel contatto umano, nella creatività, e soprattutto nella sessualità, dove assume un significato profondo di connessione con sé stessi e con gli altri.

Dal punto di vista sessuologico, il piacere sessuale è un processo complesso che coinvolge il corpo, la mente e la relazione. È influenzato da fattori biologici (ormoni, salute fisica), psicologici (autostima, esperienze pregresse) e culturali (educazione, tabù).

Cosa succede quando il piacere è assente.

L’assenza di piacere nella sua forma più patologica è conosciuta come anedonia, può manifestarsi in diverse forme, dalla perdita di interesse per attività quotidiane fino alla difficoltà o impossibilità di provare piacere sessuale. Questa condizione non riguarda solo la sfera individuale, ma ha ripercussioni anche sulle relazioni intime e sociali.

Sul piano patologico, la mancanza di piacere se coinvolge molte aree è spesso associata a disturbi come la depressione, l’ansia e traumi profondi. In ambito sessuale invece più nello specifico può derivare anche da esperienze negative, senso di colpa, disfunzioni fisiche o difficoltà relazionali. Quando il piacere viene meno, si genera un circolo vizioso: la persona si sente alienata dal proprio corpo, dalle emozioni e dagli altri, con un impatto diretto sull’autostima e sulla qualità della vita individuale e soprattutto di coppia.

Infine l’idea di piacere può essere influenzata da aspettative irrealistiche, promosse da messaggi sociali e culturali che idealizzano il piacere come un obiettivo da raggiungere a tutti i costi. Questo genera pressione e frustrazione, ostacolando una connessione autentica con il proprio desiderio.

Cosa fare: cenni su alcuni modelli teorici efficaci.

Intervenire sulla mancanza di piacere richiede un approccio sicuramente integrato, che tenga conto delle dimensioni psicologiche, fisiche e relazionali della persona e dei vari modelli terapeutici. Di seguito alcune tecniche comunemente utilizzate in ambito terapeutico sessuologico:

  1. Sensate Focus:

Questa tecnica, ideata da Masters e Johnson, è particolarmente utile per le difficoltà sessuali. Consiste in esercizi graduali di esplorazione sensoriale con il partner, senza l’obiettivo di raggiungere l’orgasmo. Lo scopo è riscoprire il piacere del contatto fisico e dell’intimità, riducendo l’ansia da prestazione.

In molti casi, la mancanza di piacere è legata a pensieri disfunzionali o credenze limitanti sul sesso e sul piacere. La CBT aiuta a identificare e modificare questi schemi mentali, favorendo un approccio più positivo e realistico.

Spesso, il piacere più viene cercato e meno viene trovato, in una sorta di circolo vizioso dove le tentate soluzioni (pensare o evitare) non fanno altro che alimentare il problema. Attraverso il dialogo strategico e alcune tecniche specifiche si possono avere delle sperienze emozionali correttive che spezza il circolo.

Quando la mancanza di piacere coinvolge la relazione, è essenziale lavorare sulla comunicazione, sulla fiducia e sull’empatia tra i partner. La terapia di coppia può aiutare a superare incomprensioni, migliorare l’intimità emotiva e ritrovare una sessualità soddisfacente.

La PMI attraverso un protocollo specifico e delle mansioni può guidare le coppie a riappropriarsi del piacere della sessualità.

“Prendersi cura del proprio benessere psicologico e sessuale non è un lusso, ma una priorità.”

Il piacere è un diritto, ma anche una responsabilità: per viverlo appieno è necessario esplorarlo, coltivarlo e proteggerlo dalle interferenze interne ed esterne, è come una fiamma che deve essere tenuta viva all’interno della nostra vita e nella nostra coppia.

Bibliografia

  1. Bancroft, J. (2009). Sexual Dysfunction in Men and Women: A Guide to Assessment and Treatment. Guilford Press.
  2.  Basson, R. (2001). Using a Different Model for Female Sexual Response to Address Women’s Common Concerns. Journal of Sex & Marital Therapy, 27(5), 395–403.
  3. Carnes, P. (2001). Out of the Shadows: Understanding Sexual Addiction. Hazelden.
  4. .Kabat-Zinn, J. (1990). Full Catastrophe Living: Using the Wisdom of Your Body and Mind to Face Stress, Pain, and Illness. Delacorte Press.
  5. Kaplan, H. S. (1979). Disorders of Sexual Desire and Other New Concepts and Techniques in Sex Therapy. Brunner/Mazel.
  6. Levine, S. B. (2003). The Nature of Sexual Desire. Journal of Sex & Marital Therapy, 29(1), 1–14.
  7. Masters, W. H., & Johnson, V. E. (1970). Human Sexual Inadequacy. Little, Brown
  8. Nardone , G., Balbi E, Boggiani E.(2020). Il piacere mancato. Ponte alle Grazie
  9. Perel, E. (2007). Mating in Captivity: Unlocking Erotic Intelligence. Harper.
  10. Siegel, D. J. (2010). The Mindful Therapist: A Clinician’s Guide to Mindsight and Neural Integration. W. W. Norton & Company.
  11. Van der Kolk, B. (2014). The Body Keeps the Score: Brain, Mind, and Body in the Healing of Trauma. Penguin Books.

La mappa del piacere. Anatomia dell’orgasmo femminile

Eleuti Ielpo

Ostetrica

La mappa del piacere. Anatomia dell’orgasmo femminile.

L’orgasmo femminile è descritto come una “transitoria sensazione di picco di intensità del piacere, capace di alterare lo stato di coscienza, accompagnata da involontarie contrazioni ritmiche della muscolatura striata del pavimento pelvico, della muscolatura uterina e anale, che risolve la vasocongestione indotta dall’eccitazione sessuale, inducendo solitamente benessere e soddisfazione” (3).

Molti aspetti possono influenzare il vissuto dell’orgasmo nei singoli: la comunicazione, l’intimità, la durata della relazione, una immagine corporea adeguata, la conoscenza del proprio corpo, l’abitudine alla masturbazione, la prestazione del partner, la fertilità, la presenza di dolore cronico… (1) ma il piacere femminile complesso, eterogeneo, variabile anche da caratteristiche anatomiche peculiari di ogni donna.

Per decenni si è dibattuto sulla distinzione freudiana tra orgasmo clitorideo e vaginale, ipotizzando che le differenze riguardassero il modo in cui le donne venivano educate, se fossero libere di esplorare il proprio corpo o meno, o di adattare il loro rapporto amoroso alle aspettative esterne e al loro ruolo sociale (6). Gli studi di Masters e Johnson hanno collocato al centro della questione del piacere femminile uno specifico organo, l’unico nel corpo umano deputato unicamente al piacere.

La descrizione della clitoride, comparsa sui testi anatomici solo nel 2012, è ancora in aggiornamento e i manuali presentano discordanze persino nella nomenclatura. Non c’è da meravigliarsi che le donne stesse, il più delle volte, siano all’oscuro della sua struttura e della sua posizione.

La semplice conoscenza dell’anatomia della clitoride e dei suoi rapporti con gli altri organi dell’apparato genitale si può rivelare di grande aiuto per sgretolare tabù e nutrire l’autostima di molte donne che si rivolgono ai professionisti definendosi anorgasmiche o “frigide” o riportando altre definizioni invalidanti che si sono sentite attribuire.

La clitoride è un organo erettile impari mediano, composto da tessuto vascolare specializzato, da tessuto connettivo e da un esteso numero di terminazioni sensitive.

La porzione visibile all’esterno è il glande, ricco di terminazioni sensitive. Subito dietro, la parte non visibile ma maggiormente estesa: l’asta (o corpo) della clitoride che si ramifica nelle radici (crura) e nei bulbi (corpi cavernosi) della clitoride. I corpi cavernosi decorrono lungo le labbra vulvari e sono in stretto rapporto con l’ingresso vaginale, favorendone le modificazioni durante la risposta sessuale.

La clitoride “cavalca l’uretra e la vagina come un’amazzone alata” (5). L’uretra stessa, avvolta da tessuto spongioso, è a una zona estremamente sensibile alla pressione. Le relazioni neuroanatomiche e le interazioni dinamiche tra clitoride, uretra e parete vaginale anteriore hanno portato ad abbandonare il concetto di un puntino localizzato (il cosiddetto punto G)  per aprirsi al concetto di una zona, detta complesso clitouretrovaginale (CUV), un’area morfofunzionale variabile e sfaccettata in grado di indurre risposte orgasmiche (2).

Il centro del piacere dunque è sempre la clitoride, ma la sua stimolazione può avvenire da diverse zone. L’acquisizione di questo concetto ha permesso di liberare molte donne dalla convinzione che il modo più “maturo” e completo di provare piacere fosse attraverso l’introduzione di un pene (di dita o di un toy) nella vagina, ma rischia di imporre nuovamente una visione per cui, se assumiamo che esiste un unico tipo di orgasmo, allora il meccanismo che si attiva e il risultato che si ottiene sarà uguale per tutte, indipendente dalla zona del corpo che viene stimolata e da come questa stimolazione viene messa in atto.

Invece, il concetto di complesso CUV (complesso clitoro-uretro-vaginale) spiega che l’orgasmo è dovuto all’azione sinergica di più organi e tessuti, in particolare della clitoride, l’uretra, la vagina e la prostata femminile, strutture molto ricettive alle fluttuazioni ormonali, che cambiano le proprie caratteristiche anatomiche e funzionali durante il ciclo mestruale, con l’assunzione di contraccettivi o all’avvento del climaterio. Questo spiega come la stessa donna possa sperimentare sorprendenti differenze nell’eccitazione e nell’orgasmo nelle diverse fasi della vita.

Esistono diversi altri punti nell’area genitale esterna ed interna che, se stimolati, possono generare sensazioni di piacere fino all’orgasmo: il fornice vaginale anteriore, la cervice uterina, l’ano… le esperienze descritte dalle donne sono talmente differenti che alcuni divulgatori classificano “10 tipi di orgasmo”!

In effetti, ciascuna di queste aree comunica gli stimoli sensoriali che riceve a un nervo diverso: il pudendo, il pelvico, l’ipogastrico e il vago. Ognuno di questi nervi è in grado di generare orgasmi autonomamente, mentre la stimolazione combinata di più punti produce un effetto cumulativo, capace di traghettare la donna verso orgasmi inclusivi, amalgamanti, dalle mille sfumature (5).

La quantità e la distribuzione delle fibre nervose varia notevolmente da donna a donna, generando un pattern di sensazioni unico, a seconda di come le aree genitali di quella specifica donna sono connesse al suo cervello… e delle sue personali preferenze.

Il sostegno di cui le donne hanno bisogno il più delle volte è aiutarle a decostruire l’idealizzazione dell’orgasmo come performance standardizzata, incoraggiarle a intraprendere un percorso di esplorazione del proprio corpo e senza porre limiti alla sperimentazione e senza giudizi, affinché possano tracciare la propria personale mappa del piacere.

1. Arias-Castillo L, García L, García-Perdomo HA. The complexity of female orgasm and ejaculation. Arch Gynecol Obstet. 2023 Aug;308(2):427-434. doi: 10.1007/s00404-022-06810-y. Epub 2022 Oct 8. PMID: 36208324.

2. Jannini EA, Buisson O, Rubio-Casillas A. Beyond the G-spot: clitourethrovaginal complex anatomy in female orgasm. Nat Rev Urol. 2014 Sep;11(9):531-8. doi: 10.1038/nrurol.2014.193. Epub 2014 Aug 12. PMID: 25112854.

3. Meston CM, et al. Women’s orgasm. In: Lue TE, Basson R, Rosen R, et al, Eds. Sexual medicine – sexual dysfunctions in men and women. Paris: Health Publications Editions 21; 2004: 783–850.

4. Sfetez C, La PNEI del ciclo mestruale, Seao ed., 2024

5. Sfetez C, Mille modi di godere – neuroanatomia del piacere femminile, In: Donna & Donna la rivista delle ostetriche n.104, Seao ed., 2019

6. Wolf N Vagina, Harper Collins Publisher, 2012