Intervista CIS al Dott. Gennaro Scione
Direttore della Rivista di Sessuologia
Brevemente di cosa si occupa e qual è la sua specializzazione?
Mi occupo di “psicoterapia” in qualità di :
* direttore e docente della scuola di Specializzazione in psicoterapia ARPCI che forma alla professione di Psicoterapeuta psicologi e medici;
* psicoterapeuta individuale e familiare,
* supervisore, in privato e nelle istituzioni pubbliche.
La mia specializzazione clinica è la psicosessuologia, nel trattamento psicoterapeutico individuale e di coppia .
* editore, pubblico e divulgo libri inerenti la vasta area della psicologia, psichiatria, psicoterapia e sessuologia ;
Quali studi ha intrapreso per esercitare la sua professione?
Ho conseguito la laurea in psicologia e la specializzazione in Psicoterapia Familiare e di Coppia, successivamente in terapia individuale e in sessuologia. Ho completato la formazione svolgendo la mia terapia personale per 5 anni con il prof. Maurizio Andolfi.
Qual è la gratificazione maggiore del suo lavoro?
La prima gratificazione è stata quella di aver appreso direttamente dai Maestri della psicologia e della psicoterapia, persone che hanno fatto la “storia”, nel periodo in cui la psicologia era culturalmente molto fiorente. Oggi il mio ricordo e la mia riconoscenza va soprattutto a Maurizio Andolfi, Aldo Carotenuto, Luigi Cancrini, Nicola Perrotti, Giovanni Jervis, Silvia Soccorsi, Luciana Stentella e Giorgio Rifelli che mi ha fatto conoscere la sessuologia nei suoi aspetti piu’ profondi e relazionali e indirettamente la mia riconoscenza va a Franco Basaglia. Ho iniziato a svolgere la mia attività professionale “sul campo”, lavorando per 5 anni con pazienti gravi, soprattutto bambini, durante gli anni ‘80 –‘ 90 , animato dall’ entusiasmo giovanile, piacevolmente trascinato dal clima culturale che si respirava in quegli anni in piena “riforma Basaglia” sulla chiusura dei manicomi.
Mi sono tuffato in questo lavoro con grande desiderio di imparare e rendermi utile, accompagnato da un pizzico di “incoscienza”. Mi sono appassionato al lavoro con i bambini psicotici e autistici, ad oggi posso dire, ad un altro livello, che anche loro sono stati “miei maestri”.
Oggi riconosco che quella gratificazione iniziale nascondeva significati più profondi : il “sentirsi utili”, come la vera motivazione che mi anima verso questa professione differente dalle altre. Col passare del tempo continuo a nutrire ancora una grande passione, lavorando con instancabile entusiasmo e nel sentirmi oggi sempre più “terapeuta”. Lavorare con la complessità della psiche umana significa confrontarsi sempre con l’ignoto che ogni paziente porta con la propria storia, e cio’ mi permette di relazionarmi con le “mie parti in ombra”.
Da molti anni formo psicologi e medici , allievi “apprendisti stregoni”, con l’obiettivo di far emergere le potenzialità e le risorse terapeutiche di ciascuno; sento una grande responsabilità.
Infine l’attività di editoria e la direzione della Rivista di Sessuologia , rivista all’avanguardia e in prima fila nel campo della sessuologia, mi permette di avere un aggiornamento continuo con la produzione scientifica ,letteraria e di ricerca di questa disciplina. La motivazione che oggi mi accompagna e che a sua volta nutre il mio lavoro è la stessa di quando al terzo anno di liceo, con lo studio della filosofia e grazie ad un indimenticabile professore il mio interesse si orientò verso la psicologia. Comprai il primo libro di psicologia, lo lessi in pochi giorni, rimasi catturato da quelle pagine e idealmente non me ne separai mai più; una grande passione che ha dato senso alla mia vita.
Perché un medico dovrebbe consigliare una visita dal sessuologo?
Le competenze del medico riguardano gli aspetti organici del paziente che manifesta una sintomatologia sessuale, ma se il sintomo permane anche dopo aver scongiurato problematiche organiche allora entra in gioco un’altro tipo di competenza, quella “psicologica”. Nel rapporto tra sintomo e malattia il sintomo è solo la “porta d’ingresso” di un trattamento psicoterapeutico che richiede una formazione e un lavoro specializzato. La sintomatologia sessuale si manifesta su un organo del corpo, ma le radici sono spesso nella psiche, perciò la collaborazione tra medico e psicosessuologo è la giusta risposta.
Il calo del desiderio è la patologia piu’ frequente oggi?
E’ una delle problematiche sessuali più diffuse. Dobbiamo distinguere quando il desiderio sessuale diminuisce fino a scomparire in una coppia che ha alle spalle già una storia consolidata , oppure che funzione svolge il desiderio nelle persone single.
Il desiderare nasce dalla ricerca di cio’ che “non si possiede” e che diventa “ difficile da raggiungere”. Si puo’ desiderare solo cio’ che “non si ha”. C’è un problema di fondo che caratterizza la nostra epoca: il commercializzare tutto; si spaccia la sessualità come “ un prodotto da vendere”, spesso anticipando il soddisfacimento del desiderio.
Nella mia attività di psicoterapeuta spesso i pazienti manifestano confusione tra il desiderio di amore, il desiderio solo di un corpo, o di un pezzo di corpo. Come si puo’ desiderare se il “prodotto è facilmente raggiungibile a buon mercato?”
Nelle coppie stabili il desiderio è legato sia alle emozioni che i due partner mettono in gioco sia agli eventi salienti che vivono durante la loro storia. Quando due persone decidono di essere anche coppia, essi sono già portatori di tutti gli ingredienti interiorizzati dalle loro famiglie d’origine: sentimenti, emozioni, appartenenze, paure, abbandono, perdite, lutti, affermazione e realizzazione, autostima ecc… Elementi che si riattivano nella vita di coppia.
Reciprocamente si mettono in gioco i propri “pieni e i vuoti affettivi”, ed Il processo di “differenziazione” dai genitori è il tentativo di dare risposte riparative , sanando le parti ferite. Gli eventi del ciclo vitale come le nascite, perdite, lutti, cambio di un lavoro, ecc. producono cambiamenti significativi e influenzano la sfera emozionale con ripercussioni sulle relazioni affettive e sulla sessualità, poichè la coppia si deve riadattare a nuove situazioni .
Tra i momenti critici del ciclo di vita della coppia la gravidanza e la nascita di un figlio sanciscono il passaggio dalla coppia coniugale alla coppia genitoriale che in alcuni casi può segnare una crisi profonda; in questa fase “il desiderio sessuale” subisce delle trasformazioni. La qualità di una relazione di coppia risente dello stato di “differenziazione o dipendenza ” di ciascun partner. La “differenziazione” va intesa come la capacità di “essere se stessi” e contemporaneamente di “saper vivere nella sintonia emotiva”. “Essere intimi” presuppone la consapevolezza di essere individui separati dall’altro, capaci di stabilire “appartenenze” significative, senza paure e minacce di abbandoni e tradimenti, ma vivendo la pienezza emotiva ed affettiva.
Si può stare insieme condividendo i “pieni” e le “sicurezze” , oppure si puo’ essere uniti anche dai “vuoti” attivando le paure di abbandono. La paura lega i partner con un sottile filo rosso che producono “rapporti simbiotici di dipendenza”, basati sull’”apparire” e sulla “facciata”, apparentemente soddisfacenti ma di fatto essi nascondono insicurezze personali che l’altro deve “rendere sicure”. Queste sono le coppie dipendenti in perenne ansia di conferme che cercano tra loro di rassicurarsi a vicenda, ed è proprio in questa tipologia di coppie che il desiderio sessuale diventa il primo sintomo di insoddisfazioni . L’alto desiderio sessuale è tanto più intenso quanto più si vive la relazione con pienezza emotiva, compresi i conflitti e le differenze. Viceversa il basso desiderio è figlio del controllo dell’altro, che sostituisce l’empatia affettiva.
Allo stesso tempo il rispetto per alcune parti piu’ personali e riservati sono la base per custodire la propria unicità senza la pretesa che tutto debba essere condiviso o controllato. Il desiderio sessuale è il desiderio del proprio partner.