Federica Portolan
Medico Chirurgo con specializzazione in Medicina Interna, Psicoterapeuta
Counseling e Infertilità
Possiamo definire l’infertilità una malattia sociale connotata da un elevato carico emotivo che coinvolge tutti coloro che in un modo o nell’altro vi si relazionano.
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si definisce infertilità l’incapacità di ottenere una gravidanza dopo 12/24 mesi di rapporti sessuali frequenti e non protetti, condizione differente dalla sterilità nella quale una condizione fisica permanente rende impossibile il concepimento.
Secondo le stime dell’OMS la sterilità è un fenomeno che colpisce circa 60-80 milioni di coppie nel mondo, il 15-20% in Europa; per quanto riguarda l’Italia dati forniti dal Ministero della Salute documentano che circa il 30 % delle coppie vive un problema di infertilità.
Il fenomeno infertilità è complesso e a genesi multifattoriale, coinvolge aspetti medici, sociali, psicologici che hanno la medesima importanza e dignità e che vanno tutti presi in considerazione per consentire alla coppia e ai singoli componenti di affrontare e superare una problematica che, non trattata, ha potenzialmente ripercussioni significative sulla qualità di vita.
L’impossibilità di avere figli è quasi sempre un evento inatteso per la coppia e, quando si presenta, spesso ha la forza di uno tsunami che porta a ripercussioni psicologiche, emotive e sociali dal momento che viene messo in discussione non solo il progetto di vita condiviso del realizzare una famiglia, ma anche il ruolo sociale della coppia come genitori.
Dopo la diagnosi di infertilità generalmente la prima reazione è l’incredulità. Successivamente emergono emozioni importanti come delusione, rabbia, dolore, impotenza. La coppia si sente frustrata, inutile, difettosa, malata.
Da ultimo possono presentarsi emozioni come l’invidia nei confronti delle coppie che sono riuscite a concretizzare il ruolo di genitori con il progressivo isolamento sociale per incapacità nel gestire il confronto con parenti, amici e conoscenti.
L’identità stessa dell’uomo e della donna viene messa in discussione anche se in maniera diversa per il ruolo rivestito all’interno della società.
I pensieri più profondi del sentire comune, quelli radicati nella tradizione e nel sentito dire popolare ma che nulla hanno di base scientifica, identificano l’assenza di figli per l’uomo nell’essere impotente e nell’assenza di virilità; nella donna viene postulata l’erronea assunzione che l’essere donna sia l’essere madre.
L’uomo quindi vive l’infertilità come manifestazione della propria incapacità di essere un vero uomo, come una mancanza di virilità. La donna vive l’incapacità di avere figli nel non essere ciò che la società di aspetta da lei e cioè l’essere madre.
Nella coppia questa difficoltà nel diventare genitori può manifestarsi con la perdita del desiderio sessuale poiché il sesso diviene il mezzo, visto come fallimentare, destinato al solo concepimento e perde il significato di relazione, vicinanza, intimità, comunicazione tra i partner.
Il supporto psicologico è fondamentale per aiutare sia l’individuo sia la coppia nell’elaborazione e accettazione del problema dell’infertilità.
Il counselling psicologico “inteso come azione di aiuto destinata a sostenere una persona in un particolare momento della propria esistenza di vita e in relazione aspecifici problemi da affrontare è un ottimo strumento di intervento”
Lo psicologo aiuta l’individuo e la coppia nell’elaborazione delle emozioni negative che vengono alla luce e che possono influire negativamente sulla qualità di vita.
La crisi personale può portare ad un allontanamento della coppia, sia per la chiusura in se stessi per il proprio dolore sia per il timore di aggravare ulteriormente quello dell’altro. La comunicazione all’interno della coppia, stimolata e supportata dal terapeuta in un setting protetto, può aiutare la coppia e rafforzare il legame.
Il sostegno psicologico può infine aiutare nella decisione di affrontare o meno percorsi di PMA fornendo supporto durante ogni fase del percorso e aiutando ad affrontare e superare gli eventuali fallimenti.
L’OMS ha definito l’infertilità una patologia e come tale ha l’indicazione a essere trattata con le migliori tecniche disponibili in ambito medico (PMA – Procreazione Medicalmente Assistita).
In Italia la legge n. 40 del 2004 regolamenta le linee guida sulla procreazione medicalmente assistita. Le linee guida pubblicate nell’Aprile 2008 contengono l’indicazione per i centri nei quali si praticano tecniche di PMA di prevedere la possibilità per tutte le coppie di un supporto psicologico prima, durante e dopo le procedure.
La diagnosi stessa di infertilità e la decisione di intraprendere eventuali percorsi di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) sono motori centrali nella comparsa di stress e dell’ansia.
Tale indicazione è confermata dalle ultime linee guida pubblicate con decreto del 20 marzo 2024: “L’attività’ di consulenza si configura come un processo di comunicazione riconosciuto di grande beneficio, correlato ad ogni tipo di trattamento offerto. La ricerca evidenzia come l’attività’ di consulenza mirata al miglioramento della comunicazione con la coppia e della sua consapevolezza porta ad un significativo incremento della compliance, ad una riduzione del drop-out e ad una maggior qualità percepita della prestazione diagnostico-terapeutica.”
BIBLIOGRAFIA
- Raffaella Visigalli, Desiderare un figlio, Franco Angeli editore. Prefazione di Vincenza Zimbardi
- Raffaella Visigalli, Sterilità e Infertilità di coppia, Franco Angeli editore
- Istituto superiore di sanità, https://www.iss.it/infertilità-e-pma
- Randaccio, S., (2001). Il counselling delle coppie: l’approccio psicologico. Atti del con-vegno Riproduzione in vitro: dai gameti alla società. Trieste
- Ministero della Salute, Medicina della fertilità, Procreazione Medicalmente Assistita. https://www.salute.gov.it/portale/fertility