07 - 08 - 2022

Marcella Caimi
Psicologa-Psicoterapeuta
Formazione in Sessuologia Clinica

BREVI NOTE SULL’ANDROPAUSA
 

Nella nostra società si parla molto dei problemi femminili, mentre si tende a parlare poco dell’andropausa e delle tematiche ad essa connesse.

Questo è dovuto al fatto che, mentre per la menopausa è possibile identificarne con esattezza l’inizio, che coincide con la cessazione del ciclo mestruale, per quanto riguarda l’andropausa non esiste un evento preciso che ne indichi l’inizio. Inoltre manca nella nostra cultura l’abitudine a parlare dei problemi legati alla sfera maschile, perchè questo intaccherebbe l’immagine dell’uomo, la sua virilità con una conseguente sua “svirilita’”.
 

L’andropausa, che solo di recente è diventata oggetto di osservazione scientifica, non è facile da diagnosticare perché è una fase di cambiamento nella vita di un uomo che interessa diversi aspetti: ormonali, fisici, psicologici e persino spirituali.
Si manifesta tra i 40 e i 55 anni e diventa più frequente tra i 65-70anni.
Il sintomo principale con cui compare è il calo del desiderio, a cui si associano altri sintomi legati sempre alla sfera sessuale: riduzione delle erezioni mattutine e della funzione erettile, perdita di elasticità dei tessuti del pene, aumento del volume della prostata.

Cambiano le sensazioni legate al piacere e alla sessualità, ma non muta il modo di avere un rapporto: il tempo di eccitamento si prolunga, l’erezione compare più lentamente ed è meno voluminosa a causa del minor afflusso di sangue nei tessuti spugnosi del pene.

Anche le contrazioni muscolari che avvengono durante l’orgasmo possono essere di minore entità e il periodo che trascorre tra due orgasmi successivi si prolunga.

Non viene intaccata la funzionalità riproduttiva, perchè molti spermatozoi prodotti sono in grado di fecondare una cellula uovo.

Oltre ai cambiamenti attinenti alla sfera sessuale, si assiste anche ad un declino fisico (vulnerabilità cardiovascolare, diminuita resistenza allo stress, possibili alterazioni prostatiche, diminuzione della visione e dell’udito), estetico (capelli, cute), psichico (minori capacità di memorizzazione, minori capacità percettive).

Queste modifiche che portano l’uomo a sentirsi disorientato in quanto non si ritrova più nel proprio corpo lo inducono a fare dei bilanci rispetto a ciò che è stato, a quello che ha costruito, a ciò che è e sta diventando.Egli deve quindi ricostruire il proprio equilibrio e la propria immagine.
 

Gli uomini più esposti al disorientamento sembrano essere quelli che hanno puntato molto sull’autorealizzazione (intellettuali, artisti, manager, liberi professionisti) e che possono constatare di non aver pienamente realizzato i loro progetti.

Questa fase di bilanci può portare a vari comportamenti: da reazioni depressive con atteggiamenti rinunciatari di chiusura e isolamento, a quella maniacale, che nega l’evidenza dei nuovi limiti con una esasperazione dell’attività e una particolare attenzione agli aspetti ludici e sessuali, fino ad una reazione adeguata, che assume consapevolezza della nuova realtà ed è disposta a sperimentare la nuova fase.

Si può quindi assistere a vari comportamenti: ad un abbandono dell’attività sessuale o impotenza erettile, a tentativi di nostalgie quali equivalenti depressivi, e sul versante maniacale, fughe da se stessi, fino ad una sessualità compulsiva per testare la propria virilità e confermarsi nel proprio essere uomo.
È frequente la tendenza ad innamorarsi o ad instaurare legami con donne molto più giovani, fenomeno conosciuto col nome di “Demon de midi” (Altavilla 1974) per indicare il diavolo che si insinua nell’anima del cinquantenne inducendolo a fuggire con donne più giovani per ritrovare la propria adolescenza.

Questi vissuti si riversano non solo nella quotidianità, ma anche nel rapporto con la partner sia da un punto di vista relazionale che sessuale.
 

Se, nel momento antecedente l’andropausa, ci sono stati tra i due partner complicità e comunicazione, l’uomo sente che è possibile trovare conforto e appoggio nella compagna e che essi possono quindi affrontare insieme i cambiamenti che l’andropausa comporta.

Se, invece, prima dell’avvio dell’andropausa la coppia era già in una fase conflittuale, con scambi comunicativi non ottimali, questo può favorire una chiusura dell’uomo in se stesso che, avvertendo la propria immagine fortemente svilita dall’andropausa, non riesce ad aprirsi con la propria compagna con la conseguenza di una maggior distanza tra i partner.
 

Anche la donna può trovarsi in difficoltà a causa delle ripercussioni che l’andropausa ha sull’uomo e sulla percezione di sé, non affrontando col compagno quello che sta accadendo per timore di ferirlo.
Il rischio è che entrambi si chiudano in un silenzio e in un allontanamento ancora più marcato.
Il risvolto psicologico resta quindi l’aspetto più evidente dell’andropausa.
 
 
Bibliografia
 
G.Rifelli: Psicologia e Psicopatologia della Personalità – Scione Editore Roma 2007
G.Rifelli e G.Rifelli: Impotenza maschile, femminile e di coppia – Scione Editore Roma 2010
E.Altavilla: L’uomo in menopausa – Rizzoli Milano 1977