di Walter La Gatta
Nell’agosto 2015 la FDA (Food and Drug Administration, l’agenzia americana di controllo sugli alimenti e sui farmaci) ha approvato ufficialmente il flibanserin, in italiano flibanserina, venduto in America sotto il nome commerciale Addyi, per curare lo scarso desiderio sessuale femminile.
Come curiosità va ricordato che il prodotto era stato inizialmente sviluppato per curare i sintomi depressivi ma che, in corso di sperimentazione, si osservò che le donne che lo avevano provato non avevano risolto o diminuito i problemi della depressione, mentre invece si erano sentite più eccitate sul piano sessuale.
La ricerca a questo punto ha cambiato necessariamente obiettivo. Dopo due bocciature per inefficacia, la flibanserina è stata approvata con 18 voti a favore e 6 contrari. Questa approvazione è stata considerata importante, perché ha implicitamente riconosciuto l’esistenza di un disturbo dell’interesse sessuale femminile (precedentemente noto come disturbo da desiderio sessuale ipoattivo, o HSDD) come una patologia che i prodotti farmaceutici sono in grado di trattare. Questo atto ha infatti aperto la strada anche ad altri farmaci futuri.
Lo scarso desiderio sessuale è una fra le disfunzioni sessuali femminili, come il dolore vaginale o l’ incapacità di raggiungere l’orgasmo, come specificati nel DSM-5, il manuale diagnostico e statistico pubblicato dall’American Psychiatric Association (APA).
Con la commercializzazione di questo farmaco si è parlato della scoperta di una sorta di “Viagra Rosa”, anche se l’accostamento è assolutamente inappropriato: la flibanserina agisce infatti sulla neurochimica del desiderio, e dunque a livello cerebrale, mentre il Viagra (e prodotti similari, come Cialis, Levitra, Spedra) influisce sulla risposta eccitatoria dei vasi sanguigni genitali (i così detti “corpi cavernosi”) rendendo più facile l’erezione. I prodotti che curano la disfunzione erettile non hanno effetto sul desiderio maschile: infatti, se non c’è desiderio, essi non funzionano. Ecco perché l’accostamento è fuori luogo.
La flibanserina dunque agisce a livello cerebrale e non nella zona genitale, in particolare sulla dopamina e sulla noradrenalina, i neurotrasmettitori che aumentano l’energia fisica e la voglia di fare, nonché sulla serotonina, che regola invece il tono dell’umore.
Il farmaco e l’approvazione della FDA hanno provocato un dibattito molto acceso; in particolare si è detto che con la flibanserina la sessualità delle donne veniva cinicamente manipolata, allo scopo di far guadagnare una casa farmaceutica (il produttore della flibanserina è una piccola compagnia farmaceutica statunitense, chiamata Sprout Pharmaceuticals, con sede a Raleigh (Nord Carolina)). Si è detto inoltre che il farmaco era inefficace, che presentava effetti collaterali inaccettabili e che medicalizzava l’esperienza di molte donne, i cui desideri sessuali erano da considerarsi assolutamente normali.
Un altro farmaco che è stato utilizzato per curare i disturbi della libido femminile è il Bremelanotide, un analogo peptide sintetico che imita un ormone naturale. Lo produce la Palatin Technologies, sita a Cranbury, New Jersey. In un comunicato della casa produttrice a proposito di questo farmaco è stata descritta la relativa ricerca, condotta su un campione di 1.200 donne, che avrebbero trovato un miglioramento statisticamente significativo per l’HSDD, rispetto al placebo. Lo svantaggio di questo prodotto è tuttavia dato dal fatto che esso può essere assunto solo con iniezione sottocutanea.
Un altro prodotto, sotto il marchio Lorexys, è una combinazione di bupropione, l’antidepressivo che viene spesso prescritto per smettere di fumare e come trattamento per il disturbo affettivo stagionale (SAD), e il trazodone, un antidepressivo che viene prescritto anche per la cura dell’insonnia. Recenti studi clinici di seconda fase hanno mostrato che il Lorexys funziona meglio del bupropione.
Sul piano commerciale la vendita di Addyi, la flibanserina, è stata un flop: nel 2016 ha prodotto un mercato di soli 10 milioni di dollari, nonostante il grande battage pubblicitario. Parte del problema può essere dato dal fatto che l’Addyi è limitato alle donne in premenopausa, anche se le donne che hanno superato la menopausa hanno problemi più frequenti con la mancanza di desiderio. Inoltre, Addyi non è un farmaco da banco, deve essere prescritto, con tutti i problemi che questo può comportare. Infine, la donna deve astenersi dal bere alcolici durante la sua assunzione, il che in America è quasi inconcepibile, vista la costante associazione fra alcol e sesso.
Lo scarso rendimento del primo farmaco per aumentare la libido delle donne è dovuto anche alle tante critiche ricevute, specialmente dalle organizzazioni femminili e femministe. Ci si è chiesti in particolare quanto possa essere corretto pensare alla sessualità femminile negli stessi termini di quella maschile e se la risposta più appropriata possa venire effettivamente da un farmaco.
I ricercatori hanno messo a punto una serie di metodi per misurare l’eccitazione femminile, inclusi dei dispositivi a forma di tampone che misurano la congestione del tessuto vaginale ed è stato utilizzato un test di 19 domande, chiamato Female Sexual Function Index. I critici ritengono tuttavia che questo test sia troppo vago come strumento da utilizzare quando si deve prescrivere un farmaco con potenziali effetti collaterali.
Molte organizzazioni femminili hanno inoltre denunciato il rischio che donne perfettamente normali possano sentirsi inadeguate e possano sentire il bisogno di essere curate quando non hanno una felice vita sessuale, anche a causa di problemi nella relazione con il partner. Questo risolvere i problemi del desiderio femminile con una pillola è sembrato un passo indietro, un ritorno al concetto per cui i problemi delle donne sono nelle loro teste e sono queste che andrebbero curate.
Un altro elemento del dibattito è se la risposta sessuale delle donne sia più spontanea o reattiva. La flibanserina è stata valutata sul “modello maschile del desiderio spontaneo,” mentre le donne possono sentirsi più eccitate solo dopo l’esposizione ad una situazione sessuale, come reazione ad essa.
Tuttavia, la verità è che non ci sono al momento delle ricerche che possano dare un’idea precisa di ciò che sia normale nella donna e di ciò che sia disfunzionale nel suo modo di vivere la sessualità, prescindendo completamente dalla relazione con il partner.