01 - 08 - 2022

MICHELA FASOLI
Psicologa e psicoterapeuta in formazione (Centro Padovano di Terapia Familiare), tirocinante presso Consultorio Familiare Verona Sud
 
SARA ANTONINI
Medico chirurgo e psicoterapeuta in formazione (Scuola Adleriana di Psicoterapia), tirocinante presso Consultorio Familiare Verona Sud
 
SARA BOCHICCHIO
Psicologa e psicoterapeuta in formazione (Aetos – scuola di specializzazione in Psicoterapia), tirocinante presso Consultorio Familiare Verona Sud
 
MARCO CUNICO
Psicologo, Psicoterapeuta e Sessuologo, direttore del Consultorio Familiare Verona Sud
 
 
 

RELAZIONI VIOLENTE: BISOGNO DI CONTROLLO E PANDEMIA
UN’ ESPERIENZA DEL CONSULTORIO FAMILIARE VERONA SUD

Come la pandemia ha influito sugli equilibri della coppia?
Covid19 è una minaccia invisibile, che ha travolto la vita di tutti inaspettatamente, mettendo ciascuno a contatto immediato con la propria vulnerabilità e finitezza. Il nemico può essere veicolato da chiunque, conosciuti o estranei, incrementando vissuti di minaccia rispetto alla violazione dei propri confini e sentimenti di sospetto che possono sfociare in angoscia persecutoria e in un senso di impotenza che chiede di essere risolto, con conseguenti necessità di gestire e compensare anche attraverso un incremento del bisogno di controllo. Il controllo sull’altro è uno dei fattori coinvolti nella genesi e mantenimento di relazioni violente.

Per misurare la violenza domestica ed il suo incremento dovuto alla pandemia, l’ISTAT ha condotto una ricerca quantitativa basata su diverse rilevazione, tra cui le chiamate al numero 1522, numero verde messo a disposizione per sostenere e aiutare le vittime di violenza.
 
• Nei primi nove mesi del 2021 le richieste di aiuto al 1522 sono state 12.305; 15.708 nel 2020 e 8.647 nel 2019.
• Nei primi nove mesi del 2020 sono aumentate le segnalazioni di violenza in cui la vittima si è sentita in pericolo di vita per sé o per i propri cari (3.583 contro 2.663 nel 2019).
 

L’aumento dei casi di violenza di genere, come conseguenza della pandemia, è stato indicato anche dalle Nazioni Unite che hanno definito questo fenomeno “pandemia ombra” proprio per sottolinearne l’impatto devastante.

Le relazioni affettive, all’interno delle quali vengono commessi abusi, sono contraddistinte da malessere mentale, psicologico, emotivo, con carattere di continuità e di pervasività, che porta la coppia a logorarsi a causa dell’incapacità di comunicare e del clima di sopraffazione (Veggi et al., 2021; Gino et al. 2019). Quando un rapporto sfocia nella disfunzionalità, la relazione diventa portavoce di sofferenza, malessere e rottura e andrà ad intaccare fortemente l’esperienza affettiva dei due partner all’interno del legame (Veggi et al. 2021; Barbieri & Luzzago, 2007).
Le relazioni maltrattanti si sviluppano generalmente in maniera ciclica, in fasi successive:
 
1. Tensione: silenzi ostili, sguardi aggressivi, tono irritato della voce. Il partner violento considera la vittima come responsabile delle proprie frustrazioni, suscitando in lei il senso di colpa. Il violento nega il problema e da inizio a forme di violenza verbale.
2. Attacco: il partner violento perde il controllo di se, con reazioni fino all’aggressione fisica. Tale fase è intervallata dalla richiesta di rapporti sessuali alla vittima, con lo scopo di evidenziare la propria supremazia nella relazione. Difficilmente la vittima ha qualche reazione, ormai ha solo paura di contrastare anche minimamente l’altro.
3. Pentimento: il partner violento si scusa con la vittima, tentando di ridimensionare l’accaduto, anche attraverso l’attribuzione della responsabilità alla vittima.
4. Luna di miele: il partner violento si mostra amorevole e attento ai bisogni della vittima,
per paura che il rapporto possa cessare. La stessa paura lo porterà a riprendere, in qualsiasi modo, il controllo della vittima. La vittima spera che la situazione sia tornata stabile e serena e pensa di mantenerla tale offrendo la massima disponibilità.
A questo punto il ciclo della violenza riprende, aumenta la frequenza e l’intensità degli eventi più dolorosi.
 

La vera sfida sembra essere duplice: salute mentale del singolo e disponibilità di strutture in grado di fornire interventi alla collettività. “Prevenire la violenza è una priorità per la salute pubblica”; gli interventi fondamentali riguardano la prevenzione primaria e possono essere sviluppati, ad esempio, tramite azioni scolastiche specifiche e campagne informative rivolte all’intera comunità (WHO, 2002).

 
BIBLIOGRAFIA

Canu, R. (2008). La violenza domestica contro le donne in Italia e nel contesto internazionale ed europeo. Davide Zedda Editore, Cagliari.
 
Istat (2021). L’effetto della pandemia sulla violenza di genere. Anno 2020-2021. Istat, Roma.
 

Barbieri, C., & Luzzago, A. (2007). La relazione nelle coppie perverse come matrice di violenza coniugale: considerazioni criminologiche su una casistica. Rassegna Italiana di Criminologia, 1.
 

Gino, S., Freilone, F., Biondi, E., Ceccarelli, D., Veggi, S., & Zara, G., (2019). Dall’Intimate Partner Violence al femminicidio: relazioni che uccidono. Rassegna Italiana di Criminologia, 2.
 

Zara, G., Freilone, F., Veggi, S., Biondi, E., Ceccarelli, D., & Gino, S., (2019). The medico-legal, psychocri- minological and epidemiological reality of intimate partner feminicides in North-West Italy: looking back- wards to see forwards. International Journal of Legal Medicine, 133.
 
World Healt Organization (2002). World report on violence and health.