29 - 07 - 2025

Giulia Zuffi

Psicologa Clinica

Sessualità e disabilità all’interno di un gruppo appartamento: un caso

B. e R. vivono nello stesso gruppo appartamento, entrambi portatori di disabilità fisica e psichica. Hanno circa 50 anni ed erano sessualmente attivi prima di entrare in struttura.

I due si conoscono dopo i rispettivi inserimenti; in quel momento R. è impegnata in una relazione con un altro uomo. Quando lei rimane single, B. cerca di avvicinarsi, dimostrando interesse ad una relazione. In precedenza i due avevano già avuto un rapporto sessuale occasionale (in una delle pause della precedente relazione di R.), che viene definito “animalesco” da entrambi. Nel momento in cui R. rimane definitivamente single, B. tenta un altro approccio e, avvenendo questo in un gruppo appartamento, è stato necessario porsi qualche domanda: come gestire una relazione affettiva e sessuale con caratteristiche riportate come “animalesche” in un gruppo appartamento? Come reagiranno gli altri utenti? Di seguito verrà riportata la metodologia seguita.

L’inizio di quella che ha tutte le caratteristiche di una consulenza sessuologica con R. può essere fatta coincidere con il suo ingresso in struttura: le problematiche legate alla sua precedente relazione impongono un intervento da parte dell’allora coordinatrice di servizio, poiché la dipendenza da alcool, che da sempre caratterizza R. e che si era attenuata con l’ingresso in struttura, comincia a riacutizzarsi. Questo primo intervento sottolinea l’assenza della dimensione semantica della sessualità di R. in quel momento (Russo, 2021) e contemporaneamente la porta alla consapevolezza della tossicità di tale relazione, tanto che R. decide di chiuderla in maniera totalmente autonoma.

Ecco che ora entra in gioco B.: avendo saputo che lei è tornata single, tenta un approccio, a cui lei risponde positivamente. Emerge qui la necessità di considerare la dimensione sociale della sessualità: come gestire la relazione in struttura?

L’intervento ora viene portato avanti a più livelli (durerà qualche mese):

  • individuale: entrambi gli utenti partecipano ad incontri con la coordinatrice, utili a loro per porre tutte le domande che ritengono necessarie e a lei per sottolineare come la sessualità presenti una dimensione sociale, per cui va vissuta nel rispetto della convivenza con altre persone. Vengono affrontate anche problematiche pratiche per lo svolgimento dei rapporti sessuali (ad esempio che posizioni è meglio scegliere) dato che entrambi presentano difficoltà nei movimenti. Tutto questo avviene utilizzando una “comunicazione concreta, non ambigua, ripetuta più volte, scoraggiando manifestazioni improprie della sessualità e il segreto” (Rocchi, Frigieri, 2024). Altro punto su cui si decide di lavorare è l’altro, in particolare si cerca di capire cosa potrebbe piacere all’altro, per svolgere attività al di fuori del gruppo appartamento (counselling informativo e chiarificativo);
  • di coppia: gli utenti vengono accompagnati insieme dal medico di medicina generale, per porre tutte le domande che ritengono necessarie (counselling informativo);
  • familiare: si decide di esporre tutto questo alla famiglia di R. e allo psichiatra di B. (counselling informativo);

A questo punto B. e R. cominciano a vivere la loro relazione con maggiore consapevolezza e complicità, tanto che oggi li si può sentire chiamarsi “amore” da una parte all’altra del corridoio, o cercarsi l’un l’altra per potersi sostenere nei momenti di difficoltà. Ma cosa, di tutto questo intervento, è stato così efficace? Un ruolo principe è stato svolto dalla relazione di alleanza creatasi tra i due utenti e la coordinatrice, che ha permesso a loro di aprirsi e a lei di potersi mettere in ascolto attivo per soddisfare realmente le loro esigenze. Successivamente gli interventi svolti singolarmente hanno permesso a B. e R. di andare oltre la sola dimensione riproduttiva/erotica della sessualità, scoprendone anche una semantica, sociale, ludica e narrativa (Rifelli, 2007; Russo, 2021; Rocchi, Frigieri, 2024), all’interno di un contesto protetto, come il setting cooperativo presente al momento degli interventi. Ultimo, ma non per importanza, i due attori della storia sono riusciti a costruire e consolidare una vera e propria relazione affettiva stabile, differentemente dalle precedenti esperienza di entrambi, visibile nel miglioramento della loro qualità vita, testimoniato anche dalle rispettive famiglie.

BIBLIOGRAFIA

Capodieci S., Sanzovo S. (2018). “Psicosessuologia, il Manuale del consulente sessuale”. Libreria Universitaria.

Rifelli G. (2007). “Psicologia e Psicopatologia della sessualità”. Roma, Scione Editore.

Rocchi S., Frigieri M. (2024). L’entropia in cui si incontrano sessualità e disabilità”. Roma, Scione Editore.

Russo F. (2021). “Manuale di Sessuologia: un approccio multidisciplinare alla sessualità”. Torino, Ed. Celid.