19 - 10 - 2020

Dott. Walter La Gatta
Psicoterapeuta

PORNOGRAFIA E UOMINI CHE FINGONO L’ORGASMO

Le donne non sono le uniche a fingere l’orgasmo. In uno studio dell’Università del Kansas del Novembre 2010 pubblicato sul Journal of Sex Research e condotto su oltre 200 studenti universitari, si è scoperto che il 25 percento degli uomini e la metà delle donne aveva “recitato” un orgasmo durante l’attività sessuale.

Quale è stata la maggiore motivazione a fingere il piacere? La ragione principale era non ferire i sentimenti della propria partner, che si aspettava di terminare il rapporto sessuale nei tempi “giusti” e con un orgasmo. Diversi uomini dello studio hanno riferito di aver simulato un orgasmo perché non avevano altro modo di concludere un incontro sessuale senza causare imbarazzo. In genere gli uomini arrivati a fingere il piacere ritenevano che l’orgasmo era improbabile, o si rendevano conto che era trascorso ormai troppo tempo e desideravano che il rapporto sessuale finisse. Una delle cause principali di questi flop e del vistoso calo del desiderio in molti uomini è l’abitudine di trascorrere ore e ore a guardare filmati porno su Internet.
Qualche anno fa lo scrittore Davy Rothbart sul New York ha raccontato la sua esperienza personale. Anche lui era un pornodipendente, o quanto meno un frequentatore assiduo di siti porno. Non assumeva farmaci antidepressivi, faceva molta attività fisica, non c’erano problemi organici: da cosa poteva dipendere il continuo flop nel rapporto sessuale? In un primo momento Davy prese in esame varie cause, come il tipo di donna con la quale stare insieme, il tipo di preservativo da usare, la quantità di alcol da ingurgitare prima del rapporto, il tipo di musica da ascoltare: poteva esserci una differenza, ad esempio, fra l’ascoltare Neil Young o Al Green? Nel corso dei mesi, lo scrittore cercò di modificare le condizioni di ogni singola variabile presa in esame, per vedere se cambiava qualcosa. Senza alcun risultato. Un giorno però si rese conto di aver pensato davvero a tutto, meno che ad un fattore che poteva essere invece molto importante: la pornografia.
Lo tsunami delle immagini porno viste ogni giorno poteva influire sulla sua libido? Cercando informazioni sul web, Rothbart si imbatté in una rubrica di consulenza sessuologica tenuta da Ian Kerner, il quale scriveva nel suo blog di aver notato un aumento nella quantità di uomini che gli richiedevano una consulenza per l‘eiaculazione ritardata. Il sessuologo americano attribuiva gran parte del problema ad una “rapida proliferazione del porno su Internet”, il che portava ad un “eccesso di masturbazione”. Nella sua frenetica ricerca di informazioni, Rothbart lesse poi lo studio della Università del Kansas citato all’inizio, secondo il quale il 25 per cento degli uomini in età universitaria finge l’orgasmo. A questo punto, il preoccupatissimo giovane scrittore cominciò a chiedere a diverse persone, decine di uomini e qualche donna, frequentatori abituali di pornografia. Era così anche per loro?
La sua conclusione in questa mini-indagine personale fu questa: non solo il porno riesce a plasmare l’interesse fisico ed emotivo degli uomini a livello neurologico, ma comporta anche degli imprevisti effetti a catena, che si ripercuotono poi anche sulle donne. Infatti, per molti uomini, passare dai fuochi d’artificio e dagli effetti speciali del porno alla calma relativamente banale del sesso “normale” equivale alla sensazione che si può provare lasciando a metà la visione di un film in 3D, per continuare a leggere la stessa storia su un libro illustrato. Frequentare il porno, dice Rothbart, porta a vivere una vita parallela, come se si avesse una relazione clandestina con un’altra donna e quest’altra donna è il porno. Si arriva a sognare, a desiderare, quei momenti di solitudine in cui ci si può concentrare sulle scene erotiche più amate, guardando e riguardando le prestazioni della pornostar preferita. Tutto il tempo trascorso in queste fantasie erotiche però finisce inevitabilmente per ridimensionare, prima o poi, qualsiasi desiderio fisico per la propria ragazza ed anche il bisogno di avere una relazione sentimentale con lei.
Tornando a Rothbart, nella conclusione del suo articolo spiega finalmente cosa ha fatto per risolvere il suo problema: “un giorno sono andato a letto senza vedere un solo minuto di porno. Poi ho provato a farlo per due giorni consecutivi. Poi tre. Il quarto giorno, ho avuto la fortuna di avere rapporti sessuali con una donna. E nulla è stato simulato, anche se posso parlare solo per me”.
Non si tratta sicuramente di un’esperienza isolata: gli uomini dipendenti dal porno hanno realmente maggiori probabilità di soffrire di disfunzione erettile e hanno meno probabilità di essere soddisfatti nei rapporti sessuali, secondo i risultati di uno studio del 2016 (Is Internet Pornography Causing Sexual Dysfunctions? A Review with Clinical Reports) esaminando 312 uomini, dai 20 ai 40 anni, i ricercatori hanno scoperto che il 3,4 per cento degli uomini preferiva masturbarsi con la pornografia piuttosto che avere rapporti sessuali. Il problema, secondo i ricercatori, va inquadrato nella biologia della dipendenza. Il comportamento sessuale attiva, infatti, lo stesso circuito di “sistema di ricompensa” nel cervello, come fanno la cocaina e le metanfetamine. Guardare troppo porno su Internet può aumentare la “tolleranza” di una persona agli stimoli sessuali. Questa “tolleranza” spiega le disfunzioni sessuali e le difficoltà a raggiungere l’orgasmo.