Fin ora le ricerche pubblicate relative alla clientela della Agenzie Matrimoniali sono piuttosto rare e per lo più riguardano inchieste giornalistiche o lavori ispirati dalle agenzie stesse. (es. Dateline. 1987).
Le Agenzie Matrimoniali sembrano aver interessato fin ora più i giornalisti e gli osservatori del costume che non i ricercatori sociali, malgrado siano sempre più considerate come fonti di materiale molto interessante per la grande quantità di dati che possono mettere a disposizione.
La limitatezza dei dati disponibili ha portato i ricercatori ad orientarsi principalmente sull’analisi degli annunci matrimoniali. In particolare sono state studiate le caratteristiche degli inserzionisti (colore degli occhi, dei capelli, statura, titolo di studio dichiarato, posizione economica etc.) e le richieste relative al partner desiderato.
L’obiettivo di queste ricerche dovrebbe essere quello di valutare la possibilità che questi inserzionisti siano, a loro modo dei diversi, impossibilitati a conoscere il partner per vie più naturali e quindi costretti a ricorrere agli annunci matrimoniali.
Allo stato attuale, le ricerche svolte sull’argomento sembrano mostrare l’infondatezza di questo luogo comune.
L’unico rapporto finora esistente sulle persone iscritte in una agenzia matrimoniale riguarda la pubblicazione curata dalla agenzia Dateline, dalla quale emerge come i suoi associati siano persone del tutto normali, cittadini medi che, semplicemente a causa del particolare lavoro o dell’area geografica in cui vivono, hanno avuto poche possibilità di conoscere persone dell’altro sesso.
Facendo riferimento ad una banca dati di un’agenzia matrimoniale del Centro Italia, le donne risultano complessivamente più numerose degli uomini, la fascia di età maggiormente rappresentata è quella compresa fra i 30 e i 45 anni.
È tuttavia da rilevare l’alta presenza dei giovanissimi, che teoricamente non dovrebbero incontrare difficoltà nel socializzare con i coetanei data l’alta offerta di opportunità di incontro nelle discoteche, nelle università, nei luoghi di villeggiatura e così via, ma che evidentemente sono anche più timidi nei rapporti sociali, specie i maschi.
Nella fascia di età più elevata c’è una notevole concentrazione di donne, dovuto alla maggiore lunghezza della loro vita media e forse ad una maggiore vivacità intellettuale. Gli uomini anziani più che ad una compagna pensano ad una governante, in quanto sentono il bisogno di essere accuditi e coccolati, e per questo aspirano a fantomatiche donne povere, senza figli e senza legami affettivi, disposte a tutto pur di sistemarsi.
Malgrado la buona presenza di diplomati e laureati, il livello di scolarità inferiore è nettamente più rappresentato rispetto al livello di scolarità superiore, e per questo è tanto più vero se si prende in considerazione il campione maschile. Al contrario, nella fascia di età femminile più rappresentata, fra i 30 e i 45 anni, le donne sono tutte laureate o almeno diplomate. A volte non vantano titoli di studio , ma risultati professionali ed economici ragguardevoli.
Relativamente allo stato civile, i separati sono molto superiori ai divorziati, in quanto, come si sa, in Italia il divorzio non è automatico, ma si può richiedere dopo tre anni di separazione legale: a meno che non sia ritenuto indispensabile “formalizzare” l’unione con un nuovo partner attraverso nuove nozze, molti separati rimangono tali, per evitare le spese che spesso il divorzio comporta, optando eventualmente per una convivenza con un nuovo partner.
Novembre/Dicembre 1995 –Anno III- n° 5