D’abitudine ragioniamo d’altro, di clinica, psicologia e pedagogia o anche e più semplicemente di opinioni correnti, tutti temi che comunque hanno come denominatore il sesso e la sessualità. Questa volta invece, nel presentare la prima NEWS 99, intendiamo occuparci di noi, del nostro Centro Italiano di Sessuologia. La necessità di argomentare del CIS deriva dal fatto che nell’anno trascorso abbiamo dovuto con rammarico registrare l’abbandono da ogni carica di uno dei membri fra i più attivi e determinanti per la vita dell’associazione degli ultimi quattro decenni.
Francesco Masellis, infatti, prima Socio (1962) poi Consigliere quindi Segretario Generale, Presidente, Direttore della Rivista di Sessuologia è oggi (1999), dopo che ha deciso di abbandonare ogni carica, nuovamente e unicamente Socio. Manca al suo curriculum l’essere stato Socio Fondatore, mancanza irrilevante non tanto per i pochi anni che separano la sua iscrizione dalla costituzione del CIS (nato nel Dicembre del 1959), ma soprattutto perché quei principi e valori, in nome dei quali l’associazione prese il suo avvio, erano e sono patrimonio della sua identità personale e professionale. Principi e valori che, diversi anni dopo la fondazione, sono stati codificati nella Carta dei Fondamenti Antropologici e hanno ispirato il Codice Deontologico, documenti dei quali Masellis fu il principale e più impegnato estensore.
Ma non scriviamo per riconoscere quanto la competenza, l’impegno e la solerzia di Masellis Segretario e quindi Presidente e Direttore della Rivista abbiano consentito al CIS di procedere per tanti anni, poiché simili celebrazioni, seppur meritate, spiacerebbero allo stesso Masellis, né intendiamo occuparci dei problemi che la sua assenza comporta nella riorganizzazione dei compiti e delle funzioni del Consiglio Direttivo, riorganizzazione non facile poiché i nostri soci sono molti, ma le braccia disponibili sono poche. Scriviamo invece perché alla decisione di quell’abbandono non è estraneo un certo cambiamento dell’associazione e perché quell’abbandono lo evidenzia.
Il cambiamento sembra essere nato proprio in quegli anni ottanta quando principi e valori trovarono nella Carta e nel Codice Deontologico il luogo esplicito del loro esistere. Sembra quasi che la necessità di dare loro concretezza in una forma scritta fosse nata dall’inconsapevole timore di perderli, come se fosse avvenuto qualcosa che li poneva in second’ordine o che comunque non li rendeva più necessari. In realtà quanto allora fu scritto è a tutt’oggi riferimento irrinunciabile, tuttavia l’associazione non sembra più nascere esclusivamente dalla condivisione di nobili ideologie.
Le principali motivazioni e gli obiettivi che sostennero la prima fase dell’esperienza societaria sono state gradualmente messe in ombra dall’affermarsi sempre più manifesto dell’interesse per la scienza sessuologica e le sue applicazioni, dell’attenzione posta alla opportunità di costruire e difendere una identità professionale troppo spesso confusa con quella del medico o dello psicologo o dell’educatore e della necessità di provvedere in maniera sempre più efficace alla formazione degli operatori della salute. In qualche modo anche nella storia sia pur breve del CIS si deve registrare un evento o una serie di eventi culturali che hanno rappresentato ciò che in politica è stato l’abbattimento del muro di Berlino.
Non sono più i tempi in cui il CIS era scelto da alcuni perché aveva dichiarato con franchezza e onestà di ispirarsi ai principi etici del cristianesimo e da altri era rifiutato e deriso per la stessa ragione. La crescita culturale ha ridimensionato le contrapposizioni etiche e ideologiche facendo emergere altri problemi, altre necessità e il cambiamento è parte di un percorso che risponde ai fondamenti antropologici del CIS i quali, come espresso nella Carta: “lo caratterizzano fin dalla sua fondazione e motivano la sua ragione d’essere nel rispetto di una legittima pluralità di interpretazioni della sessualità e di una essenziale libertà nella ricerca scientifica. Il CIS intende operare perché emergano, si rafforzino e si recuperino, nelle singole persone come nella collettività, gli elementi costitutivi dello sviluppo e i fattori di crescita affettiva e culturali insiti nella sessualità.”
C’è da chiedersi quanti di noi, manifestamente impegnati nel perseguire gli obiettivi di recente emersi, sentono fortemente questo riferimento. Masellis, lasciando le cariche istituzionali, ci ha fatto ricordare chi siamo e non ci dispiace esserci fermati, un momento, a parlar di noi.
Gennaio/Febbraio 1999 –Anno VII- n° 1
In “Frammenti di Sesso” CIC, 2005