20 - 11 - 2020

Variazioni di genere: ne parliamo nella rivista n.44

Avremmo bisogno di un sapere più indisciplinato, che ponga più domande e dia meno risposte. (J. Halberstam, 2010, p. 161).

Si apre con questa riflessione l’introduzione della dott.ssa Margherita Graglia curatrice della Rivista di Sessuologia vol. 44 N.1 Gennaio-Giugno 2020 Prospettive sui Generis. Sguardi psico-sociali sulle varianze di genere.

Come scrive la dott.ssa Margherita Graglia nell’introduzione, la monografia nasce dall’esigenza esigenza, di riflettere con un approccio interdisciplinare, da prospettive diverse che consentano di calarci nella dimensione del genere con un’analisi più approfondita e maggiormente capace di coglierne la complessità. Nel presente testo trovano pertanto spazio gli sguardi psicologici – qui soprattutto clinici – e quelli sociologici, entrambi indispensabili per cercare di comprendere le soggettività contemporanee e ancor prima, come abbiamo detto, di riconoscere la complessità dell’intreccio delle dimensioni socioculturali e psichiche di quella parte identitaria che è stata denominata “identità di genere”.
 

Apre la monografia il contributo sulla costruzione del genere attraverso la socializzazione e l’educazione. L’autrice, Rossella Ghigi, attraverso una revisione aggiornata delle ricerche evidenzia, senza trascurare le criticità, gli aspetti salienti dell’educazione di genere, sottolineandone l’importanza nei contesti scolastici in quanto, come scrive l’autrice: “l’educazione non ha a che fare, in fin dei conti, con la differenza, quanto con la disuguaglianza”. Il secondo contributo, redatto da Elia A.G. Arfini, offre una panoramica sui concetti di sesso e genere e sulle identità “non binarie” emergenti. Il testo mette inoltre a tema, da una prospettiva transfemminista e queer, il binarismo di genere e le sue ricadute sulle diseguaglianze sociali, accompagnando chi legge a riflettere sulla patologizzazione delle esperienze trans e sulle possibili politiche da intraprendere per l’affermazione di genere.
 

La riflessione sui modi di dis/fare il genere prosegue con il contributo di Raffaella Ferrero Camoletto e Francesca Topini che propongono una disamina su co- me lo sport sia stato uno strumento di costruzione della maschilità dominante, ma anche come possa essere utilizzato dalle donne come strumento di empowerment femminile.
 

Sul discorso della medicalizzazione della varianza di genere si inserisce l’articolo di Paolo Valerio, Cristiano Scandurra, Roberto Vitelli e Fabrizio Mezza. Gli autori descrivono i passaggi principali che hanno condotto alla costruzione della categoria nosografica fino ai recenti sviluppi improntati alla depatologizzazione, prendendo in considerazione i passaggi tassonomici e terminologici del DSM e dell’ICD. Se la depatologizzazione delle identità LGBT risulta essenziale per rimuovere lo stigma, questa va accompagnata da precisi interventi sociali che sappiano contrastare stereotipi, pregiudizi e discriminazioni e innescare processi di inclusione. A questo proposito il testo della curatrice, Margherita Graglia, porta il caso del Tavolo interistituzionale per il contrasto all’omotransnegatività e per l’inclusione delle persone LGBT del Comune di Reggio Emilia. Un’esperienza innovativa di attivazione di un territorio attraverso le sue istituzioni, impegnate coralmente a contrastare le discriminazioni e a valorizzare le differenze dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale. Il lavoro successivo di Tullia Russo presenta il percorso intrapreso per sviluppare il primo indice di inclusione universitaria LGBT+, ideato da tre ricercatrici dell’Università di Modena e Reggio Emilia e adottato da altre realtà universitarie.
 

I contributi che seguono riflettono sulla presa in carico da un punto di vista psicologico delle persone con un’identità sessuale minoritaria.
 Il primo testo, di Massimo Di Grazia, illustrando l’eterogeneità delle condizioni intersex prende in esame i principali aspetti coinvolti: la multidisciplinarietà necessaria per la presa in carico, l’importanza dei gruppi di supporto, senza trascurare il rilievo degli aspetti etici e culturali. Gli articoli che seguono vertono su un tema emergente, fonte di studio e dibattito all’interno della comunità scientifica, ossia la varianza di genere in età evolutiva. Iniziano Jiska Ristori, Alessia Romani, Alessandra D. Fisher e Francesca Mazzoli descrivendo i principali metodi di presa in carico dei bambini e degli adolescenti, mettendo in evidenza alcuni aspetti dibattuti e portando un focus sul modello olandese. Segue, dopo una rassegna della principale letteratura scientifica, la presentazione da parte di Angela M. Caldarera, Filippa D. Campagna, Laura Terrana, Chiara Baietto del modello di presa in carico utilizzato presso l’“Ambulatorio per lo sviluppo dell’identità di genere” dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino: un intervento integrato e individualizzato, modulato sulla specificità del singolo bambino. Damiana Massara e Angela Caldarera proseguono la trattazione esaminando la fase evolutiva dell’adolescenza. Abbracciando la complessità, le autrici espongono i modelli di intervento possibili, le tematiche controverse che interrogano i professionisti, le famiglie e gli adolescenti. Grazie anche ai casi presentati è possibile inoltre comprendere l’eterogeneità dei giovani con varianza di genere che si rivolgono ai centri specializzati. Un altro tema fondamentale riguarda il trattamento ormonale, analizzato nell’intervento di Giovanna Motta, Silvia Einaudi e Chiara Crespi. Le autrici, in un’ottica interdisciplinare affrontano i possibili interventi: dalla soppressione della pubertà all’affermazione di genere tramite la terapia cross-sex.
 

La monografia procede con alcuni approfondimenti clinici, come quello delineato da Davide Dèttore e Massimo Lavaggi sull’importanza di un’attenta valutazione psicologica per la diagnosi differenziale. Attraverso la presentazione di un caso apparentemente ascrivibile a un disturbo dissociativo dell’identità, l’assessment psicologico permette di inquadrare la sintomatologia riportata come una modalità, socialmente accettabile, per far emergere la propria identità di genere. La co-occorrenza della varianza di genere e dei tratti associati allo spettro autistico è un altro tema emergente, affrontato da Angela Caldarera. Partendo da una sintesi dei risultati delle ricerche l’autrice offre uno sguardo sulle ricadute cliniche, presentando inoltre le linee guida preliminari messe a punto di recente per la presa in carico psicologica. Last but not least, un ulteriore approfondimento che chiude la monografia è offerto da Domenico di Ceglie sull’importante tema del- l’autonomia decisionale dei bambini e degli adolescenti, concentrandosi su due ambiti – quelli più controversi – ossia il processo decisionale che riguarda la scelta dell’uso di bloccanti ipotalamici e la decisione di esprimere il genere percepito durante l’infanzia.
 
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La Rivista di Sessuologia è l’organo di divulgazione del CIS, istituita nel 1960 con lo scopo di diffondere le ricerche, sia in ambito scientifico che clinico, inerenti la sessuologia. Ospita lavori medici, psicologici, sociologici, antropologici, così come riflessioni filosofiche, letterarie, giuridiche, studi pedagogici, educativi ed etici, contribuendo allo sviluppo della materia e dell’argomento in un’ottica interdisciplinare. La filosofia che caratterizza gli scopi della rivista si basa sull’importanza di comprendere la sessuologia in tutte le sue complessità e sfaccettature, accogliendo diversi approcci e teorie, esulando da qualsiasi tentativo normativo e normalizzante. La rivista condivide contenuti originali, al fine di promuovere la circolarità dei saperi, ampliare gli orizzonti della materia, e costruire una rete di conoscenze usufruibile da chiunque si approcci alle discipline sessuologiche.
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