Il comportamento sessuale non è stato risparmiato dalle indagini statistiche, da oltre cento anni il mondo occidentale ha accumulato un numero spropositato di ricerche. Condotte spesso con una certa dose di avventurismo scientifico ed altre, meno numerose e più recenti, con particolare rigore, si sono interessate di tutto: dalle polluzioni ai rapporti prematrimoniali, dal voyerismo alla zoofilia, dalle fantasie erotiche alla durata del rapporto. Parlando di percentuali si fa inevitabile il nome di Kinsey che tuttavia non fu, come si dice un pioniere; prima di lui molte sono state le indagini numericamente consistenti: Exner (USA, 1915) interroga 948 studenti maschi sui temi dell’educazione sessuale, Marra (Italia, 1918) si occupa del comportamento sessuale di 100 delinquenti, Hirschfeld (Germania, 1920) nell’interessarsi di masturbazione indaga su 500 maschi, mentre Hughes (USA, 1926) sullo stesso tema presenta un campione di 1028 soggetti, Barash (Russia, 1926) in ordine con il regime studia il comportamento sessuale dei lavoratori e ne campiona 11.171, mentre Gurevitsch (Russia, 1926) raccoglie le risposte di 1816 contadine; la Davis (USA, 1929) si occupa invece di 2200 donne maritate e lo Strakosch (USA, 1934) di 700 donne nevropatiche… La lista continua fino alle ultimissime motivate dall’avvento dell’AIDS: Spira e Bajos (Francia 1993), Wellings e Coll. (Inghilterra, 1994), Michel e Coll. (USA, 1994).
In verità la maggior parte delle ricerche, non ultima quella di Kinsey (v. L’erreur de Kinsey di Bergler e Kroger, Paris 1954), sono state ampiamente contestate, e non poche voci autorevoli hanno sostenuto e dimostrato l’impossibilità di quantifìcare il comportamento sessuale. Nonostante ciò è difficile leggere dissertazioni su quel comportamento che non si avvalgano di qualche riferimento percentuale. D’altra parte dobbiamo riconoscere che riuscire a racchiudere in una semplice cifra la complessità dell’agire sessuale riscuote facili consensi e si presta mirabilmente a soddisfare il bisogno di certezza e se qualcuno ne rinnega la validità non viene ascoltato.
Il fascino straordinario del numero nasce prevalentemente dai suoi significati simbolici, ma trae forza anche dalla sola funzione di quantificare sia che si tratti di denaro, di oggetti, di eventi o di comportamenti. Così se la frequenza media dei rapporti sessuali di una coppia stabile, adulta e italiana è di 1,7 rapporti alla settimana, chi si riconosce in essa avrà la soddisfazione di essere nella norma, chi eccede potrà sempre vantare la propria efficienza e chi invece non raggiunge il limite, potrà trovare ottime ragioni per giustificarsi colpevolizzando il partner o il lavoro o il mal di testa o l’artificio statistico.
La straordinaria e apparente semplicità, chiarezza e universalità del numero ha il potere di tranquillizzare cancellando l’ansia del disordine. Sembra mettere ogni cosa al proprio posto, stabilisce una norma, indica performances ideali, impone il dover essere e poco importa se nasce da una complessa elaborazione statistica che produce valori relativi e opinabili. Il potere normativo dell’indice medio e la sua funzione ordinatrice rispondono dunque allo scopo di farci impiegare la minor quantità possibile di energia psichica ed emotiva e suggeriscono la possibilità di realizzare l’utopia di un mondo ordinato dove ciascuno occupa un posto definito. Abbandonare la certezza del numero significa esporsi alla confusione del possibile, riconoscere la complessità del fenomeno e la molteplicità delle variabili soggettive, accogliere la particolarità e l’eccezionalità di ogni persona e delle sue modalità relazionali, scoprire, infine, la normalità come insieme di diversità. D’altra parte, si diceva, i numeri offrono solo apparentemente semplicità e chiarezza per la difficoltà di sostenere i costi emotivi a cui espone la diversità; infatti, se la media dei rapporti sessuali in una settimana è 1,7 non è né semplice né chiaro come riuscire, dopo aver completato il primo, ad attuare solo lo 0,7 del secondo…
Sessuologia NEWS Maggio/Giugno 1998 –Anno VI- n° 3
In “Frammenti di Sesso” CIC, 2005