21 - 07 - 2022

Dott.ssa Silvia Girotti
Psicologa clinica e Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR II livello
 
 
La valutazione di personalità nei Sex Offenders

La valutazione di personalità nei sex offenders è un lavoro complesso e articolato, che ha finalità anche terapeutica. Può essere svolta presso la Ausl di appartenenza oppure, se il soggetto è posto in regime penitenziario, dall’équipe di osservazione, (art. 28 D.P.R.30.6.2000 n. 230 regolamento di esecuzione), o privatamente. La valutazione risulta fondamentale per comprendere i tratti di personalità ed eventuali disturbi psicologici del soggetto reo, ma anche per valutare il rischio della recidiva e per fornire il corretto trattamento.

L’equipe per la valutazione privata è formata dalla scrivente e da altri due psicoterapeuti professionisti che si occupano di svolgere colloqui clinici (introduzione, raccolta anamnestica, restituzione) ed include i seguenti strumenti psicodiagnostici:
WAIS-IV; Il Test del disegno della figura umana e della Famiglia; T.A.T; Test di Rorschach; Static-99; CID-SO©; VASOR; CBA 2.0; DES-II; DERS, PAI; PTSD Check list-V, PBI, ECR.

La valutazione rappresenta anche un momento terapeutico: per la prima volta i soggetti che abusano, hanno la possibilità di abbozzare e attivare un’iniziale riflessione sulle motivazioni che li hanno spinti all’agito, incominciare in via preliminare a ristabilire le responsabilità delle loro azioni, a familiarizzare con le parole abuso e violenza (e non scherzo o gioco).
 

Si descriverà il caso del Sig. V. di 63 anni: è un uomo colto, ha una professione sanitaria, l’eloquio è forbito e ricercato.
È figlio unico, la madre è deceduta nel 2019 ed il padre nel 2020.
Il percorso scolastico è stato regolare con buon profitto.
 

Si descrive come timido e introverso, fortemente incline allo stress e all’ansia, eccessivamente inquadrato e integerrimo, in cui l’errore non è contemplato o tollerato. L’aspetto scolastico e poi lavorativo è sempre stato l’unico fulcro e motore di attivazione, aspetto sempre sovrabbondante, riempitivo, fonte di gratificazione ma anche di grande stress. Per lui il caso non deve esistere, tutto è gestito e controllato.
 

L’adolescenza è stato un momento descritto come faticoso per il contatto con il mondo esterno, soprattutto per l’ansia genitoriale. Rispetto alle relazioni affettive e sessuali emerge che durante l’adolescenza sentiva un’ambiguità rispetto all’attrazione verso i ragazzi e le ragazze, poco alla volta si è stemperata e non ha più provato attrazione verso i ragazzi. Questa scelta inconsapevole e non elaborata è anche da imputare alle difficoltà di sperimentare relazioni allora non considerate lecite. Il rapporto con i genitori è descritto come caratterizzato dalla forte ansia materna, e modalità paterne di chiusura: “mio padre non parlava, era anaffettivo, non ha mai espresso con me i suoi pensieri”, “siamo sempre stati una famiglia morigerata, pacata”. Non ricorda litigi o discussioni con loro. Per sua madre “non dovevo sbagliare mai”. La sua routine giornaliera è sempre stata improntata sul lavoro, qualche uscita con amici, ha sempre vissuto con i genitori fino al loro decesso, occupandosi di loro anche durante le malattie.
 

Egli intraprende la valutazione a seguito della denuncia per possesso di materiale pedopornografico. Egli racconta che in momento di stress, ha incominciato a cercare immagini, video di ragazzi/e adolescenti, sia svestiti sia filmati durante rapporti sessuali anche completi, eterosessuali o omosessuali. Descrive così le modalità in cui fruiva di queste immagini e video: “per me il pc era come un libro, lo aprivo, lo scorrevo, stavo lì qualche ora poi lo chiudevo. Un libro, apro e chiudo”. Sapeva che era un reato ma pensava che ci “fosse un’aurea” intorno a sé e che mai lo avrebbero scoperto. Durante la visione si sentiva in uno stato di eccitazione e si masturbava. La valutazione diventa occasione per suscitare un’iniziale consapevolezza di cosa gli è successo e di come abbia potuto agire così.
 

La multifattorialità che ha portato il soggetto a commettere questo reato, si può in parte rintracciare nel processo evolutivo di identificazione affettiva ma anche sessuale: nel primo si è mostrato carente poiché le figure di attaccamento erano inadeguate nel sostegno e nello sviluppo sano dal punto di vista affettivo ma anche sul piano dell’identità sessuale emerge un aspetto di immaturità e fissazione alla fase adolescenziale: egli infatti non ha mai potuto esplorare ed esprimere le proprie pulsioni e desideri. I suoi bisogni voyeuristici ed egocentrati lo hanno spinto verso un’affettività e sessualità carenti. In un momento di grande stress, non ha potuto più tenere gli argini dei propri impulsi sessuali e relazionali inadeguati, ricorrendo alla visione di immagini quindi, a qualcosa di distaccato dal punto di vista affettivo.
 

Queste tipologie di struttura di personalità così rigide e coartate, apparentemente integerrime e non abituate a confrontarsi con aspetti emotivi disturbanti e con il fallimento, trovano nella commissione di reati e successiva denuncia, l’unico modo per far emergere alcuni aspetti di sé e andare incontro all’errore e alla possibile ricostruzione. Il signor V. ha intrapreso un percorso trattamentale terapeutico.
 

Il sig. V. ha mostrato un forte desiderio di poter comprendere le motivazioni alla base dei suoi comportamenti, e ha riconosciuto che le persone filmate erano in una condizione di sfruttamento, assumendosi la responsabilità rispetto al reato.
 

La valutazione di personalità, come momento di consultazione psicologica può rappresentare anche un momento terapeutico “la psicoterapia, al pari della consultazione, diventa occasione per fare esperienza di un’interazione dove è possibile riconoscere/riconoscersi (meta riflessivamente) come stanno le cose dentro di sé e nell’altro, potersi accettare e amare per quelli che si è realmente e accettare e amare l’altro realmente per quello che è.”* , infatti per la prima volta, i soggetti che abusano incontrano uno psicologo/psicoterapeuta con il quale co-costruire un iniziale processo in cui ognuno con la sua configurazione storica, ognuno in quanto Io-soggetto auto-eco-organizzato si mette in interrelazione, e mette in parole ciò che prima era consegnato solo ad un agito silenzioso. Si co-costruisce cioè una nuova narrazione di Sé, degli altri, con i quali essere in relazione e dei significati emotivi dei propri comportamenti.
 

La valutazione di personalità come momento consultivo racchiude in sé una processualità trasformativa che può spingere l’Io del soggetto abusante ad acquisire qualche iniziale strumento introspettivo quale preludio ad un possibile cambiamento evolutivo.
 
Bibliografia
 
Castellazzi V.G, Il test del disegno della figura umana, Las Roma, 2012
Castellazzi V.G, Il test del disegno della famiglia, Las Roma, 2010
Hanson K.R., Thornton D., Static 99: Improving Actuarial Risk Assessments for Sex Offenders, 1999. http://www.static99.org

Vermont Assessment of Sex Offender Risk: R. J. McGrath, S. E. Hoke, M. P. Lasher, 2013
Zara G, Il diniego nei sex offenders. Dalla valutazione al trattamento, Raffaello Cortina Editore, 2018
 
 
*(in Clinica psicoanalitica della relazione con l’adolescente. Vanni, 2016. Pag.114)