Chiara Rossi
Infermiera
Coppia e PMA: tra sesso e riproduzione
La ricerca di un figlio rappresenta una decisione importante per la coppia e per l’individuo stesso, volta alla realizzazione di un progetto condiviso e alla sperimentazione del ruolo genitoriale. Con ciò avviene una modifica dell’immagine di sé all’interno della sfera sociale, in cui la società stessa presenta aspettative di coppia e di famiglia [1].
La realizzazione del desiderio del figlio non sempre si concretizza e sempre più coppie si trovano a dover affrontare il tema dell’infertilità.
L’infertilità è una patologia caratterizzata dalla incapacità di generare una gravidanza dopo 12 mesi di regolari rapporti sessuali non protetti o dovuta una incapacità riproduttiva del singolo o del/della partner [2], e interessa una coppia su sei, il ché la rende un fenomeno sociale, oltre che sanitario.
Essere definiti “coppia infertile” significa che uno o entrambi i partner abbiano difficoltà a portare a termine il concepimento.
Cause
Le possibili cause d’infertilità vengono ricercate tramite esami, analisi e visite specialistiche con lunghi iter diagnostici.
L’infertilità maschile ha cause riconducibili a: qualità del seme, come insufficienze gonadiche periferiche (alti livelli di ormone FSH) e insufficienze gonadotrope (bassi livelli di ormone FSH); all’anatomia delle vie escretrici, non associate ad anomalie testicolari e/o ormonali [3].
L’infertilità femminile può essere dovuta a: fattori cervicali, quale la presenza quantitativa e/o qualitativa del muco cervicale; fattori ovulatori di possibile origine ipotalamica, ipofisaria e/o ovarica su base organica e/o funzionale; fattori uterini, individuabili nell’anatomia dell’utero o ai suoi processi infiammatori; fattori tubarici, riferiti ad alterazioni anatomiche, ostruzioni parziali e/o totali [3].
In alcuni casi non è possibile individuare una causa alla base della difficoltà del concepimento, perciò si parla di “infertilità idiopatica” o “inspiegata”.
Il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, da parte delle coppie interessate, consente di ottenere un aumento della probabilità di concepimento [4].
PMA
I centri di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) sono specializzati in riproduzione umana.
I percorsi di PMA presentano tecniche poco invasive e più semplici da attuare, dette di I livello, e più complesse e invasive, di II e III livello; si effettuano gradualmente, dalla meno invasiva alle più complesse, solo quando si presenta il fallimento del tentativo precedente [5].
Qualora non vengano riscontrate problematiche alla base dell’infertilità, si procede con la stimolazione ormonale, pratica più accettata dalle coppie, ma fonte di stress per entrambi partner perché finalizzata a rapporti sessuali programmati.
Sessualità
La medicalizzazione dell’infertilità rappresenta un fattore di rischio per problematiche relative alla salute sessuale, come disfunzioni sessuali, sia maschili che femminili.
Le cause delle disfunzioni sessuali, nell’infertilità idiopatica, vanno ricercate nel carico psicologico e relazionale associato alla diagnosi, spesso vissuta con sentimenti d’inadeguatezza e di delusione delle aspettative personali e nei confronti del/la partner, portando a diminuzione e/o perdita di azioni spontanee relative alla sessualità di coppia [5].
Studi scientifici riportano che l’infertilità possa provocare disturbi sessuali che vanno dal 10% al 60% dei casi [6], oltre che manifestazioni d’ansia, depressione, rabbia e colpevolizzazione verso sé stessi e/o verso il partner; questi problemi si possono manifestare sia alla ricezione della diagnosi, che durante i trattamenti di PMA.
Ciò può accadere perché, spesso, viene attribuita “macchinosità” al rapporto sessuale, fino ad arrivare a concepirlo come “mezzo” utile a raggiungere solo l’obiettivo: il concepimento.
Non è difficile che una coppia vada incontro a perdita di piacere sessuale, d’intimità e di gioco, che caratterizzavano il rapporto prima della diagnosi d’infertilità [7].
Nelle donne sono state riconosciute [8]:
- difficoltà nel raggiungere l’orgasmo o mancato raggiungimento dello stesso;
- diminuzione dell’eccitazione, con conseguente scarsa lubrificazione;
- dispareunia;
- diminuzione della soddisfazione sessuale.
Negli uomini sono state riconosciute:
- disfunzione erettile;
- eiaculazione precoce.
Utilizzare un approccio psico-sessuale, per le coppie a cui viene fatta diagnosi d’infertilità, è fondamentale [9].
ESHRE (European Society of Human Reproduction and Embryology) riporta che il supporto psicologico può essere utile in tutte le fasi di PMA: prima dell’intervento, durante l’intervento e dopo l’intervento [10].
L’individuazione e l’intervento sessuologico mirato costituiscono strumenti basilari per la salvaguardia della relazione di coppia che, altrimenti, potrebbe risentirne nella sessualità stessa, legata all’infertilità.
Il counseling, quindi, viene inserito come spazio per stimolare i partners nella condivisione delle emozioni e delle difficoltà relative anche alla sfera sessuale, cercando di rendere i partners consapevoli dei possibili rischi associati all’intrapresa del percorso di PMA.
Intervenendo su ciò, si tenta di “normalizzare” le eventuali difficoltà, di facilitare la comunicazione della coppia e di proporre, ove necessario, un intervento sessuologico mirato che abbia come obiettivo il recupero dell’intimità di coppia[11]. Il counselling sessuologico, dunque, affronta diversi temi di sessualità e i problemi legati a essa: l’esperienza sessuale prima, durante il trattamento e di come essa potrebbe diventare successivamente, aiutando a considerare anche che trattare gli aspetti psicologici delle disfunzioni sessuali (ove presenti) e che avere una maggiore consapevolezza sulla distinzione tra sesso orientato all’obiettivo (concepimento) e quello orientato al piacere[8][11] possono contribuire ad aumentare i tassi di gravidanza.
Nonostante ciò, spesso, le coppie sopravvalutano le probabilità di riuscita della PMA, tanto da avere aspettative non realistiche relative al successo della fecondazione assistita, esponendole ad ancor più elevati livelli di frustrazione in caso di esito negativo [8]. In tali casi, e a discrezione del professionista, può essere utile inviare la coppia a percorsi d’impronta psicoterapica, che possano aiutare a superare il dolore e gli eventuali traumi vissuti, attuando interventi per migliorare la qualità del rapporto di coppia, l’accettazione e la ridefinizione degli obiettivi di vita.
BIBLIOGRAFIA
[1]: https://www.stateofmind.it/2020/10/coppie-pma/, consultazione del 08/02/2024;
[2]: OMS, 2016;
[3]: Visigalli, 2011;
[4]: Prof. Giovanni Luca, Prof. Riccardo Calafiore, Dott.ssa Sara Parrettini, Prof. Emmanuele Jannini e Dott. Andrea Sansone, – Sindrome infertosessuale – Journal of Endocrinological Investigation, 2021;
[5]: Coëffin-Driol & Già-mi, 2004; Piva et al., 2014; Tao et al., 2011; Wischmann, 2010; Wischmann & Thorn, 2013;
[6]: Moller, 2001; Boivin et al., 2001;
[7]: Ohl et al., 2009; Piva et al., 2014; Wischmann et al., 2014;
[8]: Marci et al., 2012;
[9]: Associazione Europea di Urologia (EAU);
[10]: European Society of Human Reproduction and Embryology;
[11]: Nappi et al., 2004;
[12]: https://www.fondazioneveronesi.it/uploads/thumbs/2023/11/30/infertilita-1_thumb_720_480.jpg