di Giuliana Proietti
Le molestie sessuali riguardano un comportamento indesiderato, di natura sessuale, che ha lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una persona, o di creare un clima ostile, intimidatorio, degradante, offensivo ed umiliante. Le battute sessuali, i messaggi di posta elettronica di natura sessuale o la visione forzata di immagini pornografiche sul posto di lavoro possono dunque essere considerati a pieno titolo espressione di “molestie sessuali”.
Una recente indagine (Agosto 2016) condotta nel Regno Unito dal Trade Union Congress (TUC) ha mostrato che le molestie sessuali sul posto di lavoro sono ancora molto diffuse, nonostante la normativa che le vieta. Nel 2016 più della metà (52%) delle donne e quasi due terzi (63%) delle ragazze ha subito molestie sessuali sul posto di lavoro. Quattro su cinque donne (79%) hanno tuttavia dichiarato che non ne avrebbero parlato col proprio datore di lavoro.
Lo studio ha esaminato più di 1.500 donne scoprendo che il 35% ha ascoltato commenti di natura sessuale riguardanti le proprie colleghe, mentre sono state oggetto diretto di scherzi e battute indesiderate di tipo sessuale il 32% del campione. Quasi 1/4 delle donne intervistate ha dichiarato di aver sperimentato toccatine indesiderate, mentre un quinto ha ricevuto avances sessuali vere e proprie. In 9 casi su 10, l’autore delle molestie è un collega di sesso maschile, e quasi 1 volta su 5 è un dirigente della vittima. Ben 4 donne su 5 hanno detto che non avrebbero segnalato la molestia sessuale al loro datore di lavoro, perché non si aspettavano alcun cambiamento a seguito della denuncia. Quasi i 3/4 delle donne che avevano denunciato le molestie sessuali hanno infatti riferito che non vi era stato alcun cambiamento positivo. Il 16% ha detto di aver ricevuto un trattamento addirittura peggiore sul posto di lavoro, rispetto a prima della denuncia.