19 - 04 - 2021

Margherita Graglia
Psicologa, Psicoterapeuta e formatrice

LE IDENTITA’ TRANS: GENERAZIONI A CONFRONTO (Parte I).
 

L’identità di genere può essere sperimentata in molti modi, non solo cis e transgender, ma anche all’interno dell’universo trans ci sono molti modi di sperimentare l’identità trans: alcune persone sperimentano il genere in modo più binario, altre non si riconoscono nella divisione maschio/femmina. Sono soprattutto le nuove generazioni a sparigliare questa dicotomia.
Attraverso due interviste conosceremo questi mondi, ascoltando le voci di due persone trans appartenenti a generazioni diverse.

INTERVISTA con A.
 

1. Iniziamo dalla Sua storia, vorrei che mi raccontasse qualcosa di Lei, a partire da dove vuole.
– Di me, che dire? ho 58 anni, sono anglofilo, ma torinese di nascita, sono felicemente sposato. per mia fortuna non ho mai avuto grossi problemi familiari, quindi sono riuscito a fare il mio percorso di transizione abbastanza tranquillamente. ho iniziato il percorso vero e proprio piuttosto tardi (avevo 30 anni), ma forse e’ stato in linea con i tempi – all’epoca (1991) io personalmente non avevo mai sentito parlare di transizioni ftm, ma solo di mtf (peraltro vagamente). dopo aver avuto diversi intoppi lungo il percorso (richiesta persa, lunghe liste d’attesa), ho completato il percorso di transizione con la riconversione chirurgica del sesso nell’anno 2000.
 

2. Come persona trans*, quali sono stati i passaggi che considera fondamentali nel Suo percorso di messa a fuoco della sua identità?
– La mia identità mi è sempre stata chiara – erano gli “altri” che non riuscivano a vedere l’evidenza! 😉 non posso quindi indicare dei momenti chiave. piuttosto, posso indicare dei momenti ‘imbarazzanti’: mia mamma che correggeva chi diceva “che bel bimbo” con “è una bambina”; quando i miei riuscivano a farmi “vestire bene”, ovvero con una gonna; forse il momento più imbarazzante in assoluto è stato il giorno della cresima… con un ‘vestitino’ sotto gli occhi di tutti…
altri momenti più di rabbia, che d’imbarazzo sono stati quelli che mi sbattevano in faccia la realtà biologica – la crescita del seno, l’arrivo del ciclo, il fatto che non mi crescevano peli in faccia, nonostante radessi, radessi, radessi il nulla cosmico… in verità, con mia grande soddisfazione, dopo tanto radere riuscii ad ottenere due specie di “cespugli” sul mento…
 

3. Che cosa è per Lei il genere?
– Il genere… questo sconosciuto. genere, per me, è l’identità che si sente di avere. premetto che io sono abbastanza binario, ovvero non capisco bene tutte le sfumature di chi se sente in parte maschio, in parte femmina, o ne’ l’una ne’ l’altra cose, e tutte le varie sfumature tra i due. quindi io mi identifico molto bene nel mio genere maschile.
 

4. Nella Sua esperienza di persona trans* ha incontrato delle difficoltà?
– Come già accennato, personalmente non ho trovato grandi difficoltà, a parte quelle ‘burocratiche’, ossia lungaggini e dispersioni di tempo infinite. la mia famiglia mi è stata di supporto, anche se all’epoca già vivevo per conto mio, e anche sul lavoro non ho mai trovato difficoltà. ho sempre lavorato in ambito grafico e tipografico, senza contatto diretto con il pubblico (non so se questo sia stato un fattore determinante), ma anche con i colleghi che all’inizio si aspettavano di avere a che fare con unA collegA, sentendo che mi riferivo a me stesso al maschile, dopo un po’ si abituavano o si adattavano. il discorso non è mai stato affrontato nel merito, in realtà, perché’ io non ero (ne’ sono) una persona che discute: le cose sono così se ti va bene, bene, altrimenti pazienza. ho sempre avuto un po’ questo atteggiamento un po’ presuntuoso, se vogliamo, ma durante la mia giovinezza, non sapevo nemmeno io dare una definizione al mio essere, da più grande ne sapevo poco di più e non ne volevo comunque parlare perché’ ritenevo non ci fosse nulla da dire. le cose stanno così e basta, fatevene una ragione.
ora le cose sono molto cambiate e partecipo addirittura agli incontri di formazione organizzati dal servizio lgbt del comune di Torino come testimonial T*.
 

5. Secondo Lei quali sono oggi le principali sfide per le persone trans* in Italia?
– Le sfide per le persone T* in Italia – non ne ho idea. le cose al giorno d’oggi si stanno muovendo in positivo, ci sono molte informazioni, sia in rete (alla mia ‘epoca’ non c’era nemmeno internet…) che sul territorio, con sportelli informativi, gruppi, e strutture alle quali ci si può rivolgere.
 

6. Pensando a un contesto ideale, ossia completamente inclusivo delle persone trans*, secondo Lei, quali sono le caratteristiche necessarie per realizzarlo?
– La cosa più importante, secondo me, è creare una mentalità meno ottusa nei datori di lavoro: ancora troppe persone, soprattutto mtf, si vedono chiuse le porte al momento della presentazione dei documenti, magari dopo aver passato positivamente un primo colloquio, o peggio ancora, si vedono isolate e alla fine ‘costrette’ ad abbandonare il posto di lavoro quando iniziano la transizione.
un altro passo dovrebbe essere l’eliminazione delle etichette F e M su documenti, bagni e quant’altro, in modo che ognuno sia libero di scegliere in quale casella inserirsi senza che sia oggetto di sgomitate e risatine, che venga additato, avvisato (a me che entro nel bagno degli uomini: “guarda che quello è il bagno degli uomini”; mia risposta: “lo so.” – sottinteso: fatti i c#*@i tuoi), etc.