03 - 03 - 2024

CHIARA TRONCIA

Laureata in psicologia dei processi sociali

ALL’INTERNO DELLA COMUNITA’ FURRY

Sono definiti “Membri della comunità Furry”, o più semplicemente “Furry”, gli individui affascinati da quella subcultura artistica, mediatica e sociale che vede come principali protagonisti animali dai tratti antropomorfi. E’ solito per queste persone realizzare, detenere o ricercare materiali di tipo artistico dei suddetti personaggi come disegni digitali, costumi fatti su misura, video e tracce audio dove degli esseri umani imitano versi di animali. E’ inoltre comune che i membri di questa comunità posseggano un’immagine mentale di un personaggio animalesco con dei tratti simili ai propri. In gergo esso è definito col termine “Fursona”, derivante dall’unione delle parole “Fur”(Pelo) e Persona (Individuo o maschera). Da tale argomento è possibile fare un’iniziale distinzione tra i membri che considerano i “Fursona” solo come una propria creazione e chi invece riferisce di provare una totale identificazione con esso la quale può sussistere anche nell’ambito sentimentale e sessuale.
Per capire meglio questa realtà e arrivare a comprendere come essa si leghi alla sessualità degli individui è riportata qui di seguito un’intervista ad un membro di tale comunità.

“Come nasce questo fenomeno e come è composta la vostra comunità furry?”
“Ci sono varie speculazioni, si potrebbe supporre che il fenomeno nasca negli anni 30 grazie all’avvento dell’animazione ed in particolar modo della Disney, i cui personaggi erano spesso animali antropomorfi come nel caso di Topolino e Robin Hood.  Ma altri ritengono che in realtà abbia origini antichissime. Sin dai tempi degli antichi Egizi l’uomo era affascinato dall’idea dell’esistenza di creature senzienti, ibride tra uomini e animali. Inoltre la concezione di una connessione spirituale tra il mondo umano e quello bestiale è qualcosa di presente in numerose culture. Nell’ottica furry questo accade perché l’uomo è percepito come manchevole in quanto è l’unico animale bipede privo sia di pelo che di coda.
Riguardo la composizione della comunità i membri sono per circa l’80% uomini gay e bisessuali, è anche per questo che la pornografia furry è composta prettamente da scene omosessuali. E’ presente anche una grande fetta di popolazione transgender e asessuale. Quest’ultima viene solitamente attratta dalla varietà di pratiche sessuali non tradizionali che questo ambiente offre (Es. l’uso di ali, zampe, tentacoli, ecc. …).
Oltre a questo alcune di queste persone riferiscono di avere una repulsione per le sensazioni tattili, olfattive e visive presenti in un rapporto sessuale “classico” le quali, ovviamente, vengono alterate nell’ambito furry.

“Cosa sono le fursuit e come vengono utilizzate nell’ambito sessuale?”
“Le fursuit sono dei costumi che ritraggono il più fedelmente possibile un fursona. Sono composte da vari pezzi assemblabili e sono considerate da alcuni non come un travestimento ma letteralmente come un altro corpo nel quale si può cambiare il proprio. Le persone transgender sono spesso affascinate dalla possibilità che esse offrono di re-immaginare il proprio corpo e di conseguenza il vestirsi da animali, in alcuni casi, diventa un modo per mitigare la propria disforia di genere.  Alcune fursuit vengono realizzate con lo scopo di essere indossate durante il sesso ed in questo caso vengono chiamate “mursuit” dall’unione dell’onomatopea delle fusa del gatto con la parola fursuit, appunto. In gergo per indicare il rapporto sessuale in ambito furry viene utilizzato il termine “Yiff” che riprende il suono che emettono le volpi in calore. Le mursuit hanno generalmente un dildo integrato, in alcuni casi si ha una riproduzione fedele degli organi sessuali mentre in altri viene lasciata un’apertura in modo che la persona all’interno possa usare i propri genitali.

“Quali sono alcuni fetish comuni all’interno della comunità?”
“Allora c’è da dire che circa l’85% dei furry riferisce di avere anche fantasie sessuali legate a questo ambito. Detto questo i feticci più diffusi sono quelli per il vore e (in modo simile al classico feticismo del piede) per le zampe. Il primo si potrebbe riassumere come una fantasia di essere mangiato o comunque inglobato da un altro, questa cosa può avvenire attraverso la bocca, l’ano o l’uretra. In questa dinamica ci sono ovviamente un predatore (che mangia) e una preda (che viene mangiata). Nella pornografia che ritrae queste scene si enfatizza molto sulla sottomissione la quale viene accentuata da dettagli come i liquidi corporei che bagnano il pelo e lo appesantiscono, rendendo più difficoltosa la fuga della preda.

“Infine, qual è la differenza tra queste tendenze e la zoofilia?”
“Nella zoofilia manca una parte che è invece fondamentale nella parafilia furry ovvero che l’oggetto del desiderio è senziente. I soggetti di queste fantasie non sono veri animali ma creature antropomorfe in grado di parlare e di esprimere il libero arbitrio, come gli umani. Se due persone adulte decidono di avere un rapporto sessuale in fursuit si tratta ovviamente di una scelta pensata e dove si presuppone un consenso delle parti. Poichè spesso i furry vengono associati alla zoofilia essi cercano di distaccarsene il più possibile esprimendo un forte biasimo per queste condotte, è comune infatti che gli organi sessuali dei fursona siano molto simili a quelli umani proprio perché si teme che, disegnando genitali simili a quelli realmente posseduti dagli animali, si potrebbe essere etichettati come zoofili e allontanati dalla comunità.

Bibliografia

Maase J. W., Keeping the Magic: Fursona Identity and Performance in the Furry Fandom, 2015.

Reysen S., Plante C., Gerbasi K. C.: Optimal Distinctiviness and identification with the Furry Fandom, 2015.

Satinsky E., Green D. N.: Negotiating identities in the furry fandom through costuming, 2016.